Il Cinema Ritrovato 2013 ha dato la possibilità al pubblico italiano di conoscere in maniera più approfondita il cinema di Ol’ga Preobraženskaja e Ivan Pravov. I due registi, compagni di viaggio dal 1927 fino al 1941, quando Pravov viene arrestato come nemico del popolo. La rassegna si è concentrata in particolare sulla produzione muta dei due, che presenta tantissimi punti di interesse e di contrapposizione rispetto a quanto siamo abituati a vedere nei film sovietici. Non sono mancate incursioni nelle produzioni pre-rivoluzionarie di altri registi che hanno contribuito ad influenzare il loro modo di fare cinema.

Il mondo rurale, ambientazione preferita dalla coppia Preobraženskaja-Pravov, viene dipinto in maniera disincantata, in tutta la sua sofferenza e povertà. Anche il metodo per raccontare questo mondo, attraverso riprese apparentemente semplici e più tradizionali rispetto alla produzione avanguardistica caratteristica di quel periodo, segna una netta cesura nei confronti delle scuole di pensiero locali. Proprio per questo i due registi vennero fortemente criticati dai grandi maestri del cinema sovietico, ma al contempo le loro opere ricevettero una grande accoglienza da parte del pubblico.

Nel corso della rassegna si sono affiorati alcuni temi ricorrenti, primo fra tutti il tema della violenza, fisica o psicologica ai danni di chi è meno in grado di difendersi: donne e bambini. I personaggi femminili, in particolare, sono le principali vittime in queste pellicole e lo sono prima a causa di uomini violenti e poi per colpa di una società che vede come colpevole della violenza le stesse donne. In Baby Rjazanskie (1927), ad esempio, la giovane protagonista viene violentata dal suocero che approfitta dell’assenza del figlio partito per la guerra. Ma quando lei rimane incinta di lui, diventa doppiamente vittima perché subisce l’onta dell’accusa di aver disonorato la famiglia non avendo rispettato il celibato in assenza del proprio marito. Solo dopo un finale tragico la coscienza collettiva si smuove e ci si avvia verso un superamento di questa situazione paradossale. Con Poslednij Attrakcion (1929), la costruzione della rivoluzione viene presentata da un punto decisamente inusuale. Il giovane Kurapov sequestra, in nome della classe operaia, una carrozza di un circo costringendo i saltimbanchi a recitare testi filo bolscevichi. In maniera inizialmente leggera la coppia Preobraženskaja-Pravov offre un tema ricorrente della produzione sovietica da un’ottica differente, più leggera ed emozionante. L’opera di propaganda dei circensi, prima costretti ma poi colpiti dalle idee e dal coraggio di Kurapov, sarà così un tassello decisivo per la costituzione dell’idea della Rivoluzione tra la popolazione ma anche per il passaggio dei cosacchi dalla parte dei bolscevichi. Così anche nei momenti in cui la Preobraženskaja e Pravov escono dallo schema solito, affrontano comunque le tematiche tipiche in maniera originale. Durante la lunga rassegna dedicata ai due registi sovietici c’è stato anche il modo per vedere i film della Preobraženskaja dedicati ai bambini, in un periodo in cui il partito mal digeriva i film per l’infanzia che servivano solo a distrarre i più piccoli dalla costruzione del socialismo. Così si avverte una cesura tra Kaštànka (1926) e Anja (1927): il primo film è una fiaba, tratta dal racconto di Cechov, in cui un bambino perde il suo amato cane e, nella versione cinematografica, per trovarlo si perde e finisce tra le mani di uno spietato gruppo di accattoni che lo sfruttano per chiedere l’elemosina. In Anja, invece, la fiaba mostra dei giovani bambini nel mondo dei grandi e della rivoluzione, che si impegnano, con le loro piccole gesta, nel far pervenire le armi ai rivoluzionari con mente sveglia e stratagemmi geniali. Proprio questo secondo racconto più si avvicina alle esigenze del partito nella costruzione di giovani che dedicano la loro esistenza al partito.

Il Cinema Ritrovato, insomma, ha offerto ai tantissimi cinefili presenti la possibilità di scoprire un lato della produzione sovietica quasi totalmente dimenticata ma capace di suscitare grandi emozioni e un genuino interesse.

Yann Esvan