Il ritorno nelle sale di Risate di gioia, nel contesto del progetto Cinema Ritrovato al Cinema, permette di recuperare un film molto amato dai cinefili, anche quelli meno avvezzi al cinema di Totò. Film a suo modo indefinibile, forse da considerare l’unica vera commedia all’italiana girata da Totò (escluso il cammeo in I soliti ignoti), Risate di gioia ruota però intorno ad Anna Magnani. Un ruolo difficile, chiaroscurale, malinconico, di cui capì tutto Morando Morandini, nella recensione che scrisse per La Notte nel 1960, che leggiamo a seguire.

“All’origine di questa commedia buffa dai risvolti tristi (ma come per L’appartamento, i risvolti contano e pesano più della facciata) c’è probabilmente, da parte di Mario Monicelli, un’idea sperimentale: portare Anna Magnani vicino al pubblico, al suo stesso livello. Anche se il discorso può apparire astratto, si può dire che il pubblico ammiri la Magnani senza amarla. È una diffidenza – quando non una ripulsa – che generalmente si esprime con una frase fatta: è troppo volgare. Può darsi, invece, che questa inconscia ripugnanza nasca da un sentimento di inferiorità: la sente diversa, al di sopra di se stesso (a causa della sua “natura”, della sua tragicità) e perciò non si identifica con lei. Quasi ne ha un po’ paura. Monicelli si dev’essere detto: facciamola patetica, la Magnani, induciamo il pubblico a compassionarla, a soffrire con lei, a proteggerla. Così, ispirandosi a due racconti di Moravia, Monicelli e i suoi fidi Age e Scarpelli hanno tagliato su misura della maggiore e più originale attrice del nostro cinema il patetico e inedito personaggio di Tortorella inserendola in una delle più patetiche situazioni del nostro anno solare: la notte di San Silvestro”.

Noi di Cinefilia Ritrovata, invece, ricordiamo l’ultima volta che abbiamo incontrato personalmente Monicelli, nel 2007 a Porretta Terme, dove era venuto a ricevere il premio del festival Cinema Libero. In quell’occasione provammo a chiedergli dei presunti litigi tra Totò e la Magnani sul set, e qualcosa del suo rapporto con la diva, ma l’unica risposta fu: “Sono anni che mi chiedono del set di Risate di gioia come se fosse successo chissà che. Non successe nulla, eravamo tutti professionisti, il film filò via liscio e basta. Purtroppo non fu capito”. E questo fu quanto.