Anche quest’anno a giovanissimi aspiranti critici del futuro è stato richiesto di raccontare alcuni film del festival: “Uno dei progetti probabilmente più attesi del Cinema Ritrovato di quest’anno è stato quello su Buster Keaton e sulla visione di un suo cortometraggio e di un suo film. Giovedì sera in Piazza Maggiore ho potuto assistere alla rappresentazione di One Week (del 1920) e di Sherlock Jr. (del 1924) entrambi restaurati dalla Cineteca di Bologna e da Cohen Film Collection presso il laboratorio L’immagine Ritrovata. Il primo è stato realizzato utilizzando i migliori elementi a disposizione, selezionati per completezza e qualità fotografica dopo lo studio e la comparazione di 13 elementi.
One Week è un cortometraggio che parla di una coppia appena sposata e della loro prima settimana di vita insieme. Gli viene donato un terreno e una casa, ma quando arrivano nel luogo in cui dovrebbe esserci la casa trovano solo delle cassette di legno con istruzioni allegate per costruirla. Buster Keaton, che interpreta lo sposo, inizia così a costruire la casa dei loro sogni. Qualcuno per fare un dispetto cambia i numeri sulle cassette perciò, quando Keaton finisce di costruire nota che la casa ha qualche problema di forma e stabilità. L’episodio più esilarante dell’intera storia, secondo me, è quando i novelli sposi invitano degli ospiti nel loro nuovo “nido d’amore”, ma per colpa del temporale la casa, già non molto stabile, comincia a girare su se stessa diventando quasi come una giostra.
Il restauro di Sherlock Jr. è stato realizzato a partire da un interpositivo safety di prima generazione proveniente dalla collezione Cohen, selezionato come migliore per completezza e qualità fotografica dopo lo studio e la comparazione di 14 elementi. Sherlock Jr. essendo del 1926, stesso anno del primo manifesto surrealista, è un perfetto esempio di una prima ipotesi del cinema surrealista. Buster Keaton interpreta un ragazzo emarginato e non compreso, sempre deluso dalla sua quotidianità.
Lavora come proiezionista in un cinema e mentre persone qualunque tra i rifiuti accumulati da lui, riescono a trovare, addirittura, portafogli pieni di soldi Keaton si fa sempre raggirare. Ecco perché sogna ad occhi aperti di poter diventare investigatore e si rifugia in queste sue fantasie. Infatti, nel film, il sogno diventa protagonista quando Keaton durante il suo turno si addormenta ed il suo altro sé vede il suo corpo che dorme. Vorrebbe svegliarlo, ma decide che sarebbe inutile così cerca di entrare nello schermo per poter risolvere il caso del film che in quel momento stava proiettando.
Entrato nello schermo Keaton ci mostra come nel mondo onirico non vi sia un solo sogno, ma tanti diversi contemporaneamente. Alla fine, però, ne privilegia soltanto uno quello di essere Sherlock Jr. un famoso investigatore che viene chiamato per risolvere un caso. A questo punto molte scene comiche si susseguono raccontando tutto il sogno. Quando, volge al termine, il proiezionista si sveglia, ma persiste nell’emulare le azioni del personaggio del film, che interpretava nel sogno. Solo quando vede, alla fine del film, il destino già scritto di quel personaggio può trarne anche il proprio. Buster Keaton nel mondo del cinema era anche conosciuto come “faccia di pietra” per il suo volto impassibile e non facilmente decifrabile. Anche quando intorno a lui regnano caos e follia rimane inalterabile come se fosse completamente distaccato da tutto il resto.
Vedere questi due film in una Piazza Maggiore stipata di persone di tutte le età, con stupefacenti composizioni di Timothy Brock eseguite dall’orchestra del Teatro Comunale di Bologna mi ha fatto provare emozioni fortissime che spero, con il prossimo festival, si ripetano.
Carolina C. Amabile