Come ogni anno, anche nel 2016 i ragazzi di Parole e Voci offrono il loro giovanissimo sguardo sui capolavori della settima arte presentati al Cinema Ritrovato.

Un’acuta voce di donna apre le danze a questa commedia che scuote il pubblico di un riso amaro. Germi non risparmia nessun personaggio dall’incarnare uno stereotipo italiano. C’è il classico contadino ubriacone, il carabiniere con lo spiccato accento meridionale, i funzionari ecclesiastici che con il pretesto della beneficenza non perdono occasione per raccogliere cospicue somme di denaro, le mogli o maliziose o isteriche o ingenue accompagnate da mariti che sotto le vesti della “classe bene” si concedono a tentazioni di ogni genere. Le coppie fanno da perno attorno al quale ruotano tradimenti, fughe d’amore, scene di folle gelosia.

La musica di Carlo Rustichelli gioca un ruolo fondamentale facendo da colonna sonora alternativamente a momenti sentimentali con note romantiche, mentre i momenti bizzarri e ilari si svolgono su ritornelli quasi da circo, da osteria, da eccentrica spavalderia.

La piazza è il palcoscenico sul quale sfila la società e attorno ad essa gli spettatori attenti fanno gruppo e tra pacche sulle spalle e acide risatine commentano gli sfortunati che passano sotto il loro sguardo. Come quando sono insospettiti dalla donna che ogni giorno sfoggia un vestito nuovo e provano ad azzardare il nome del ricco amante o come quando Osvaldo esce allo scoperto prendendo deciso sotto braccio Milena e insieme sfidano lo scandalo in cui sono consapevoli di imbattersi.

Questa dinamica ricorda l’idea del teatro introdotta nell’età barocca in Italia quando cioè palchi e platea si configurano come una piazza su cui si affacciano le finestre (in questo caso i tavolini dei bar circostanti) e sotto alle quali sfila il popolo. Chi sembra trovare il proprio equilibrio e la via di libertà viene bloccato e fatto rientrare negli schemi con la forza come elemento da guarire per essere sottomesso di nuovo alle regole della “normalità”.

Fa da sfondo una società gerarchizzata e corrotta del nord Italia disposta a calpestare i propri principi morali per concedersi a qualche futile libidine, pronta al pettegolezzo e alla calunnia verso gli altri ma allo stesso tempo all’ipocrita difesa del proprio onore. C’è chi si tappa la bocca deglutendo un segreto amaro, chi si tappa le orecchie arrendendosi mestamente alle volontà altrui e chi paga mazzette per salvarsi il nome ed incastrare chi essendo più debole è incapace a protestare per i propri diritti.

Basta poi riunirsi in piazza e indossando un sorriso finto ristabilire il precario equilibrio delle cose.

Lucia Lancellotti