Anche quest’anno in Piazzetta Pasolini è possibile assistere alle proiezioni di film con l’uso della mitica lanterna a carbone, capace di restituire la vera luce del primo cinematografo. Non ci sono parole capaci di esprimere tutte le emozioni che questo tipo di proiezione può provocare. La notte stellata, la piazzetta così calda e accogliente, il divieto dell’uso di dispositivi elettronici durante il film e il suono della pellicola che scorre accompagnata dalla musica dal vivo, tutti questi elementi riescono a creare un’atmosfera unica che riesce a portare lo spettatore nel passato.

Questa volta ci trasportava nel triste destino di Stella Dallas, protagonista di questo film tratto dal romanzo di Olive Higgins Prounty, che come donna, non rispettando l’ideale del tempo secondo cui la figura femminile doveva essere sottomessa al proprio uomo e alla domesticità, rovesciando i valori sociali viene brutalmente emarginata dalla società. Stella è una ragazza povera, che sogna la propria ascesa sociale e quando incontra Stephen Dallas crede di riuscire a realizzare il suo sogno.

Purtroppo il suo destino le si rivolterà contro e dalla serenità di quel giardino in cui inizia il film, l’abile regia di Henry King insieme alla sofisticata sceneggiatura di Frances Marion, gli episodi di vita dei personaggi saranno intrisi di flashback per creare, citando l’articolo di Pamela Hutchinson sul catalogo, “un’atmosfera di suspense e colpi di scena” che ci porteranno alla struggente scena di Stella che osserva, separata da una fredda ringhiera di ferro, una finestra e quanto si sta svolgendo all’interno della casa.

L’attrice che interpreta Stella, in questo primo adattamento cinematografico, è Belle Bennet (nel 1925), seguiranno altri due adattamenti dove nel 1937 il personaggio di Stella è interpretato da Barbara Stanwyck e in quello del 1990 da Bette Midler. Il meraviglioso accompagnamento musicale, dalla partitura commissionata da Hippfest, è stato eseguito al pianoforte da Stephen Horne e all’arpa da Elizabeth-Jane Baldry.

Come ricorda l’articolo di Pamela Hutchinson all’uscita del film, il critico cinematografico del “Manchester Guardian” C.A. Lejeune “ne descrisse la dolorosa bellezza” ed è proprio grazie alla possibilità che questa storia, fondata sul desiderio femminile di mutamento del proprio destino, porterà Stella alla perdita di ciò che le è più caro e noi spettatori, catturati dalla storia, a commuoverci fino alle lacrime.

Carolina Minguzzi