Parte la lunga retrospettiva su Peter Bogdanovich alla Cineteca di Bologna, che nasce dal successo di critica e pubblico del recente Tutto può accadere a Broadway. L’omaggio al grande regista cinefilo, però, non si può che intrecciare con i classici tanto amato dall’autore stesso. E in effetti, la scelta di riproporre Fra le tue braccia di Lubitsch – cui tanto deve, esplicitamente, She’s Funny That Way – è quasi obbligata. Per questo motivo, Cinefilia Ritrovata (che tornerà nei prossimi giorni su Bogdanovich), offre alcuni spunti critici sul capolavoro lubitschiano.A parlare di Lubitsch, è proprio Peter Bogdanovich nel suo bellissimo blog, ospitato dalla rivista Indiewire. Nel corso degli anni, il regista americano ha pubblicato sul blog i suoi appunti, taccuini e note raccolte nel corso di decenni. Su Cluny Brown (questo il titolo originale del film di Lubitsch del ’46) scriveva una prima volta nel 1962: “Excellent, charming, delightful, very funny, and completely carefree Lubitsch comedy set in pre-war British society about the love of a Czech author-conman for a plumber’s daughter who doesn’t ‘know her place’. Beautifully acted and satirically written, lightly directed and perfectly controlled; a real pleasure.”
E nel 2013 riprendeva e ampliava con queste parole: “Exceptional was my highest rating, and that’s what I would give this thoroughgoing delight today: Lubitsch’s last completed film, and an absolute masterpiece, in which Charles Boyer gives a delectable and brilliant performance, as does Jennifer Jones as the object of his affections. That Lubitsch died within a year after this final work is palpably tragic as you can see how young and energetic and how on-the-mark he remained to the end. An unalloyed pleasure is Cluny Brown, among his least-known pictures, it is also among his finest.”.
Il 2013 è il momento in cui Bogdanovich decide di realizzare il suo personale omaggio a Cluny Brown attraverso She’s Funny That Way, dove – del film – cita alcune battute ma ospita anche intere sequenze (in particolare quella, molto screwball, degli “scoiattoli alla noccioline”, da noi ricordata anche nel titolo del post). Ma vale la pena ricordare che del film parlò anche un nostro grande critico, di recente omaggiato alla Biblioteca Renzo Renzi, Guido Fink, che a Lubitsch ha dedicato un bellissimo Castoro, cui rimandiamo per leggere righe acute e intelligenti in una lunga analisi su Fra le tue braccia.