Presentato all’ultimo Festival di Berlino, il nuovo film di Gianni Amelio (prodotto da Luce Cinecittà, con Rai Cinema e Rai Trade, con il contributo del MiBACT – Direzione Generale per il Cinema, in collaborazione con Cubovision) Felice chi è diverso arriva ora al Cinema Lumière. E sarà lo stesso Gianni Amelio ad accompagnare il film, incontrando il pubblico al termine della proiezione delle ore 20 di mercoledì 5 marzo. Ecco la presentazione a cura di Luce Cinecittà:
Felice chi è diverso parte da un verso di Sandro Penna e racconta l’Italia del mondo omosessuale così com’è stato vissuto nel Novecento, dai primi del secolo agli anni Ottanta, quando si sono diffusi sulla scia di certi movimenti americani, i primi tentativi di “liberazione”. Nel documentario ascoltiamo le testimonianze di chi ha vissuto sulla propria pelle il peso di essere un “diverso”, quasi sempre ostacolato dalla sua stessa famiglia, deriso a scuola, escluso dalla società dei “normali”. Queste persone, che sono ormai in là con gli anni, ricordano com’era vissuta questa condizione sotto il fascismo e poi nel secondo dopoguerra, quando ancora si stendeva una coltre di silenzio sull’argomento, e si viveva nella paura e nella repressione. Segue:
Storie raccolte in varie parti d’Italia, da Nord a Sud, per dare un’immagine il più possibile rappresentativa dei sentimenti e delle abitudini di una nazione antropologicamente e culturalmente assai differenziata. Storie drammatiche ma anche serene di persone che hanno saputo raggiungere, pur tra mille difficoltà, un equilibrio privato e sociale.
Le testimonianze originali contrastano in modo spesso violento con l’immagine stereotipata dell’omosessuale così com’è stata rappresentata dai mezzi di comunicazione: giornali, cinegiornali, televisione, film. Da questi traspare un’aggressività e spesso una violenza che ancora oggi fanno riflettere su quanto omofobica sia stata, e sia ancora, la nostra società.”.

Ma visto che si parte da Penna, Cinefilia Ritrovata rimanda a un bel saggio di Giulio Savelli dedicato proprio alla diversità del poeta, al suo confronto con Pasolini, alla delicata complessità delle argomentazioni: qui. E una ricca rassegna stampa sul film qui.

 

Felice chi è diverso essendo egli diverso.

Ma guai a chi è diverso essendo egli comune.

(da Appunti {1938-1949})