Una stanza modesta, semplice: un letto, un comodino e un crocifisso. Un luogo umile, abitato da una persona umile: Carlo Maria Martini, cardinale e arcivescovo di Milano. Un’immagine accompagnata da una voce over che ci racconta di come, anche un uomo di Chiesa, abbia paura di morire. Vedete, sono uno di voi è il nuovo docufilm di Ermanno Olmi incentrato sulla figura di Martini, che ripercorre tutta la sua vita, dai primi anni dell’infanzia sino alla sua morte.

Raccontare l’Italia del Novecento attraverso gli occhi di un ecclesiastico che per molti è stato un vero e proprio compagno di cammino. Se spesso gli uomini di Chiesa sono percepiti come distanti, a volte austeri, non è stato così con Monsignor Martini. Lui era un amico fedele nel quale cercare il perdono. Un maestro alla costante ricerca di giustizia nel buio degli anni di piombo. Non c’è pace senza giustizia. Non c’è giustizia senza perdono.

Vedete, sono uno di voi è un collage di estratti provenienti da archivi audiovisivi e fotografici, integrati con scene di finzione realizzate da Olmi. Ma la sua particolarità è la voce fuori campo che ci accompagna per tutto il film, riproponendoci dichiarazioni dello stesso arcivescovo. Quella che sentiamo è la voce dello stesso regista, la quale non solo ci guida attraverso la biografia di Martini, ma accompagna anche perfettamente le immagini. Il protagonista vero e proprio si vede solo quando diventa visibile: una volta nominato arcivescovo. Per tutto il resto del tempo ciò che vediamo sono per lo più gli ambienti nei quali ha vissuto. Come la presentazione continua della sua stanza, sostanzialmente sempre uguale se non fosse per la diversa luce del sole. O ancora le palazzine milanesi. Questa benedetta, maledetta città, della quale si sente tutta la solitudine, la corruzione e la violenza di quegli anni.

Ed è proprio perché sente il tempo in cui vive che Martini inneggia a un cambiamento radicale della Chiesa, cominciando dal Papa e dai vescovi. La Chiesa è rimasta indietro di duecento anni. Come mai non si scuote? Abbiamo paura? Paura invece di coraggio?
Tuttavia il cinema di Olmi non è un cinema di denuncia e non approfondisce questo aspetto. Lo scopo del regista è far conoscere questa figura ecclesiastica fuori dal comune. Farne conoscere le parole e il pensiero. Farne rivivere il ricordo. Ora, spetta a noi non dimenticare.
Paola Pitzus