Serata in grande stile in piazzetta Pasolini, per la proiezione multipla con lanterna a carbone, la conclusiva per questa edizione del Cinema Ritrovato. Alla fotografia del primo lungometraggio Maurice Velle, figlio del celebre cineasta e mago prestigiatore Gaston Velle, elemento di punta per la Pathé negli anni ’10. Ed è proprio sotto l’effetto di una specie di magia che la proiezione è avvenuta: alla luce di una splendida luna piena, l’antico proiettore col suo delicato fumo azzurro, trasporta lo spettatore in un’atmosfera da sogno ormai perduta. Il piacevole rumore della pellicola che scorre si ode come lieve sottofondo ad un maestoso accompagnamento musicale, composto da pianoforte, ottoni, archi e percussioni. Poi, nel pubblico ipnotizzato, un religioso silenzio contemplativo.
Quale luogo migliore dunque per una struggente e delicata storia d’amore: la splendida perla che la Gaumont ha regalato, è un film del 1924 di André Hugon, La Princesse Aux Clowns, scritto da Mary Murillo, compagna di Velle. Nel regno di Saronia, un colpo di stato divide il principe Micheal dalla sua amata principessa Olga. Si ritroveranno dopo un anno, con Michael sulle assi di un palcoscenico, vestito da clown a suonare il violino. Ma nulla è ciò che sembra.
Una meravigliosa favola d’altri tempi che, oltre a celebrare l’eterno amore, non manca di riferimenti alla politica, sempre tuttavia mantendendo in primo piano lo splendore di costumi e scenografie e il fascino senza tempo degli interpreti. Dulcis in fundo, magia e illusionismo sono protagonisti dei quattro cortometraggi di cinema a trucchi dello stesso Velle e di Segundo de Chomón, alcuni colorati a mano, dei primi del ‘900: La Rouche marveilleuse, Un Drame dans les aires, Petit Jules Verne, El Iris fantastico. I quattro corti, che rispettano la tradizione di scènes de danses et acrobatiques e féerie, regalano deliziose coreografie di ballerine travestite da api o meduse in un azzurrissimo fondo marino, acrobazie e sparizioni di personaggi in bizzarri giardini, o anche viaggi immaginari a bordo di un pallone aerostatico.
Eppure, durante la visione, la vera magia si sente: non si riesce più a staccare gli occhi dallo schermo.
Denise Penna