Nel 2011 Michele Rho riesce a girare il suo primo lungometraggio, Cavalli. Nonostante le mille difficoltà produttive il film viene portato a termine, eppure il giovane regista non trova nessuna sala disposta a mostrarlo al pubblico. Si rivolge quindi ad Antonio Sancassani, che gli trova uno spazio nella programmazione del leggendario cinema “Mexico” di Milano.
La seconda opera di Rho, Mexico! Un cinema alla riscossa racconta proprio di quest’odissea distributiva, ed è dedicato alla figura di Sancassani, uno degli esercenti più coraggiosi e anomali nell’attuale panorama italiano.
Se i documentari sulle figure “mitiche” del cinema italiano arrivano spesso a posteriori, a mo’ di nostalgico tributo, Mexico! Un cinema alla riscossa ha il merito di soffermarsi su una sala cinematografica eccezionale, ancora in vita quasi per miracolo e del tutto estranea alle logiche distributive contemporanee: il “Mexico” rimane infatti ad oggi uno dei pochissimi monoschermo ancora attivi nel centro storico del capoluogo lombardo, e propone ostinatamente una programmazione autonoma. Sancassani offre così un’opportunità più unica che rara a molti giovani registi come Rho, a dispetto di un trend sempre più diffuso per cui molte opere prime non riescono a trovare una distribuzione al di là dei circuiti festivalieri. Emblematico è in questo senso il caso de Il vento fa il suo giro (Diritti, 2005), che al Mexico è rimasto in programmazione con una tenitura record di due anni.
Il documentario di Rho segue Sancassani nello svolgersi quotidiano di questo lavoro sempre più controcorrente, e al tempo stesso offre un breve compendio di storia delle sale cinematografiche a Milano, dai tempi d’oro in cui Corso Vittorio Emanuele veniva soprannominata “la Broadway nostrana” fino agli impressionanti cali d’affluenza dei decenni successivi. Le interviste a critici cinematografici si alternano così a immagini d’archivio, tra cui il bel cortometraggio Buio in sala diretto da Dino Risi nel 1950 (una vera chicca per cinefili!). Tutte le forme espressive più tipiche del documentario sono dunque chiamate in causa per offrire allo spettatore un affresco completo, anche se forse un po’ didascalico, di un esercente fuori dal comune che ha saputo fare della propria posizione periferica nel panorama distributivo un elemento di distinzione e di vanto, tanto da diventare garanzia di qualità per i film programmati.
Mexico! Un cinema alla riscossa descrive quindi con passione questa forma di resistenza politica e culturale, e si rivolge a tutti coloro che credono che il futuro del cinema sia ancora indissolubilmente legato alle sale cinematografiche.
Maria Sole Colombo