Un piccolo palloncino verde viene lasciato volare da un ragazzino francese. Trascinato dai venti percorre 1500 chilometri e atterra su un balcone a Rovigo. Attaccato a esso c’è un messaggio di un dodicenne, Rohnan, con il suo indirizzo e un ringraziamento per la risposta. Morgan Menegazzo e Mariachiara Pernisa colgono al volo l’occasione e intraprendono un viaggio verso Quins, una piccola cittadina del sud della Francia.

In questo lavoro i due autori, collaboratori di lunga data, con la scusa del viaggio, realizzano delle interviste che mettono a confronto italiani e francesi. Il messaggio attaccato al palloncino scatena dubbi, interrogativi e riflessioni, che gli autori discutono con le persone intervistate. Di viaggio, in effetti, si vede ben poco e la storia non segue un andamento lineare: i paesaggi sono rari e il senso del viaggio fisico si smarrisce, ci si trova alternativamente in Italia o in Francia, senza continuità temporale.

Un viaggio è prima di tutto un pensiero, un percorso interiore, sembra suggerire il documentario, in un elogio dell’epica sedentaria. All’inizio ci sono i dubbi. I due autori mostrano il messaggio a molte persone e sono subito travolti dallo scetticismo della gente. Sono pochi coloro che vedono in esso un semplice gesto di un bambino, pronti a credere nella magia della realtà e piuttosto sono insospettiti dalla possibilità che si tratti di uno scherzo. Nella seconda parte ci si chiede come un palloncino possa arrivare così lontano e le persone sono chiamate a interrogarsi sul ruolo del caso e del destino. La seconda domanda degli autori va a toccare la concezione della vita della gente, se c’è qualcosa o qualcuno che influenza le nostre esistenze, o se esiste solo il libero arbitrio. Verso la conclusione le domande si fanno più concrete e oramai certi della veridicità del messaggio, si riflette sull’identità del piccolo Rohnan. L’incredulità delle persone sembra restare una costante, infatti tutti gli intervistati sono propensi a credere, influenzati dalla cronaca, che si tratti di un bambino in difficoltà o maltrattato.

Questo lavoro è un’opera complessa che, se da un lato si allontana dalle aspettative dello spettatore nella promessa di un viaggio verso la Francia, dall’altro offre il racconto di un percorso ben più profondo. Gli autori raccolgono una moltitudine di idee e di opinioni, di certezze e di dubbi e, nonostante si notino molte differenze tra le due nazioni, soprattutto quando si affronta l’argomento religioso, quello che stupisce di più è la varietà del pensiero umano e quanto un piccolo evento possa portare a considerazioni così diverse.

Un itinerario interiore che non si dimentica delle sue premesse iniziali e ci conduce a Rohnan, raccontandoci un piccolo spaccato della sua vita e svelandoci le motivazioni del suo innocente gesto che ha permesso ai due protagonisti di vivere quest’avventura e che, nella sua semplicità, ha scatenato tante riflessioni.

Chiara Maraji Biasi