Se c’è una cosa che abbiamo imparato a conoscere seguendo la retrospettiva su Wellman al Cinema Ritrovato è quanto il regista statunitense possa essere spietato nei confronti dei suoi personaggi e delle sue storie. Westward the Women (Donne verso l’ignoto, 1951), ad esempio, è una sorprendente e feroce versione del viaggio in carovana verso il West, che Wellman decide di rendere con efferato realismo, prendendosi tutto il tempo di mostrare la fatica del percorso, la durezza della conquista di ogni chilometro, la continua lotta per la sopravvivenza contro elementi naturali immoti e impervi. La peculiarità del film è che questo lungo viaggio è compiuto da una carovana di donne e ragazze.
Westward the Women racconta infatti la marcia di un centinaio di signore di varia età guidate dallo scorbutico Buck verso un nuovo insediamento in una valle della California, richiamate dalla prospettiva di sposare gli uomini stabilitisi laggiù: Wellman non risparmia ironia nei confronti della foga, sia degli uomini che delle donne, di stabilire una relazione con l’altro sesso, riconducendo in fondo la fondazione di una comunità e di una nuova civiltà al desiderio. Ma Westward the Women è soprattutto una straordinaria rappresentazione di solidarietà femminile e di caratteri eterogenei: donne che sparano, guidano muli, si difendono e spostano a braccia carri e carichi, e che durante il viaggio imparano quello che valgono e quello che vogliono. I vasti spazi dell’Ovest sono una lunga serie di insidie che solo con addestramento, fatica e fortuna possono essere superati: allora ogni ostacolo è un’occasione per coinvolgere nella sofferenza e nella perseveranza delle protagoniste. Sequenze come quella del temporale, o quella quasi metafisica dell’attraversamento della distesa desertica (con il momento più toccante: mentre una delle donne sta per partorire in uno dei carri, una ruota cede, e tutte le altre si trovano a sorreggere a braccia il veicolo mentre dopo tante morti finalmente una nuova vita viene alla luce) rendono Westward the Women un western indimenticabile e assolutamente da riscoprire.
Chiara Checcaglini