L’ultima parte del programma dedicato alle rarità del cinema italiano del secondo dopoguerra presenta sei cortometraggi, realizzati tra il 1951 e il 1952. Tutti, in qualche modo, sono variazioni sul tema del documentario: c’è quello più tradizionale e quello strettamente imparentato alla fiction, ma tutti presentano uno sguardo e un approccio originali su come rappresentare la realtà in questione senza seguire fino in fondo i canoni del Neorealismo, ma senza avere ancora i mezzi, né la volontà, per abbandonarlo davvero.

È il caso di Sport minore di Francesco Maselli, dedicato alle attività sportive improvvisate e amatoriali svolte dai giovani della periferia di Roma: ragazzini che prendono a calci una lattina, o che giocano con biglie alle quali hanno dato i nomi dei vari Coppi e Bartali, o giovani uomini e giovani donne che la Domenica si ritrovano in campi improvvisati a giocare a calcio o a pallacanestro. Il montaggio frenetico, oltre a dare le connotazioni vivaci di una telecronaca sportiva, fa sì che il corto superi le coordinate della rappresentazione per diventare un racconto più vasto. Racconto di un ambiente sociale periferico in cui il sogno e la passione sportiva diventano indispensabili fughe dalla realtà, e dove inevitabile è il ritorno a questa realtà, come dimostra l’atmosfera di mesta malinconia di alcuni momenti e del finale.

Altrettanto vivace, ma più ironico e divertito, è Signori, chi è di scena? dell’attore Leonardo Cortese. Il corto rappresenta, a metà strada tra il documentario e la rielaborazione della fiction, i minuti precedenti ad una prima teatrale, tra le fila del pubblico e soprattutto dietro le quinte. Elegantemente ironico, il film vede, tra le altre cose, l’apparizione di Nino Manfredi agli esordi sul grande schermo.

Si cambia tono e argomento, pur senza perdere una certa lieve ironia di fondo –evidente fin dal titolo, con I bambini ci giuocano di Nicolò Ferrari, prodotto dalla coppia Zavattini-De Sica per la “Fondazione Pro Juventute” di Don Carlo Gnocchi. Il film pone lo spinoso, e perlopiù un po’ accantonato, problema dei bambini feriti e mutilati dagli ordigni lasciati come ricordo dalla guerra (circa 2000 i più giovani rimasti feriti tra il 1945 e il 1952). Il corto ha un’estetica di fondo chiaramente neorealista, ma anche in questo caso è da notare una certa vivacità registica e di montaggio, evidente soprattutto nella prima parte e nella scelta di arrivare all’argomento centrale non subito, ma con una sorta di climax.

Anche Alessandro Blasetti affronta un tema spinoso e allora perlopiù ignorato con Quelli che soffrono per voi: l’utilizzo degli animali come cavie nella produzione di farmaci. Senza prendere posizione, ma cercando di dare una spiegazione complessa e complessiva del fenomeno senza evitare di mostrare gli aspetti più fastidiosi, Blasetti arricchisce il film con la dissolvenza del finale che, accumunando uomini e topi, assume una connotazione quasi metafisica e di certo un po’ sconsolata.

La selezione si chiude con due dei cortometraggi con cui Valerio Zurlini ha mosso i primi passi della sua carriera: Miniature e Il Tesoro degli Estensi, due documentari d’arte girati in Ferraniacolor dedicati rispettivamente alle miniature custodite nella Biblioteca Estense di Modena e alla preziosa Bibbia di Borso D’Este. Sono due documentari d’arte precisi e chiari nella spiegazione, con la voce narrante dello stesso Zurlini, e nei quali il FerraniaColor esalta la bellezza e le complessità delle miniature.

Edoardo Peretti