La Bolognina vista attraverso gli occhi dei ragazzi: questo è Al di là del ponte, realizzato dagli studenti del Ciofs/FP Emilia Romagna e del Liceo Scientifico Sabin con la collaborazione di Schermi e Lavagne, dipartimento didattico della Cineteca di Bologna.

Al di là del ponte è il frutto di un progetto di alternanza scuola-lavoro piuttosto inusuale che ha visto i ragazzi impegnati nella creazione di un vero documentario. Un ruolo di grande importanza è stato ricoperto da Silvia Rotondella, docente di materie letterarie presso il Liceo Sabin che, nell’estate tra il 2° e il 3° anno, ha fatto leggere ai ragazzi Le città invisibili di Italo Calvino e li ha invitati ad applicare quel libro alla realtà cittadina. Di conseguenza non ci poteva essere niente di migliore che trattare la realtà che i ragazzi vivono quotidianamente e di cui spesso ignorano le dinamiche sociali. Il progetto vuole fornire una narrazione diversa rispetto a quella proposta dai media e dal vocio popolare, che tendono a considerare la Bolognina come il quartiere più problematico di tutta la città. Tuttavia non si limita a fornire un’idea ma ci riporta le impressioni vive, diverse e a volte contrastanti degli abitanti della zona, protagonista da sempre di profondi cambiamenti dal punto di vista architettonico e sociale.

Non è la prima volta che gli studenti del Liceo Sabin si trovano impegnati in progetti riguardanti il cinema. “L’attenzione c’è, ma non è ancora strutturata come materia” spiega la professoressa Rotondella, che tuttavia continua a richiamare competenze legate all’ambito cinematografico nei suoi insegnamenti. Per una classe di indirizzo scientifico, si è pensato a un progetto che potesse riguardare più nello specifico la tecnica e il lavoro concreto sul set.  “Si tratta di un lavoro progettato congiuntamente”, aggiunge la dirigente Alessandra Falcucci. Il Sabin risulta già essere un importante punto di riferimento socio-culturale nel quartiere che – come ci racconta la preside, a fronte dei suoi dieci anni in carica nel Liceo – è stato interessato da un rilevante mutamento: “all’inizio vi era una forte condizione di disagio e una resistenza al cambiamento, ma soprattutto negli ultimi 4/5 anni sono sorte attività capaci di tenere insieme il tessuto sociale del quartiere”. La Bolognina potrebbe essere definita come un melting pot, è un luogo vivace, pieno di luoghi di ritrovo, studio e di possibilità anche per i giovani imprenditori.

Al di là del ponte è il frutto di un progetto durato un anno, da dicembre 2016 alla fine dello scorso anno, articolato in quattro fasi. Inizialmente i ragazzi della 2° CIOFS-FP e della 3°CSA del Liceo Sabin hanno svolto ricerche storiche e d’archivio sulla Bolognina, coadiuvati dall’Istituto storico Parri Emilia Romagna e dall’Archivio fotografico della Cineteca di Bologna. Successivamente – dopo un corso di formazione sull’utilizzo delle attrezzature tecniche da ripresa e sulle basi del linguaggio cinematografico – sono state delineate le linee narrative del film e quali aspetti sarebbero dovuti emergere più chiaramente. I ragazzi sono poi scesi in strada per raccogliere le testimonianze degli abitanti, dei commercianti e di chi in Bolognina c’era solo di passaggio secondo il canovaccio preparato. Una volta terminate le riprese, si è visionato il materiale girato insieme al regista Surunga D. Katugampala, due volte vincitore del Premio Mutti indetto dalla Cineteca, e si sono ipotizzate diverse possibili strutture narrative. Il montaggio è poi stato affidato a una società esterna secondo le indicazioni narrative tracciate dai ragazzi.

“Ciò che mi ha colpito di più nella realizzazione del documentario sono stati gli sguardi delle persone che intervistavamo”, ci racconta Diego, uno studente del Liceo Sabin, “Alcuni erano sconvolti o addirittura tristi per il cambiamento che ha attraversato il loro quartiere. La Bolognina è quasi una città dentro la città per loro”. Tanti cambiamenti, tante voci e tanta voglia di catturarli: questo è quello che ha fatto nascere Al di là del ponte, un’esperienza importante per i ragazzi e un manifesto importante per un quartiere spesso frainteso. Ci si può solo augurare che questo film venga proiettato in una piazza della Bolognina quest’estate e che tutti accorrano a vederlo per capire meglio la realtà che stanno vivendo.