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“Domenica d’agosto” e la separazione delle classi
Con Domenica d’agosto Emmer è riuscito a rappresentare lo spirito italiano del secondo dopoguerra in modo ineccepibile. Il finale in cui i due giovani scoprono di essersi vicendevolmente mentiti sulla loro condizione sociale, e di appartenere in realtà entrambi al proletariato, li rende ancora più complici e affiatati. In quel bacio ingenuo rubato al calare della sera si può leggere tutta la speranza ottimistica del popolo italiano negli anni ’50. Merita attenzione l’atteggiamento satirico con cui Emmer si accosta alla politica e alle questioni sociali. La separazione delle classi domina per tutto il film, resa fedelmente dalla rappresentazione dello spazio dove gli stabilimenti tranquilli per aristocratici e ricchi sono ben separati da quelli affollatissimi per i proletari, “E’ naturale i poveri sono tanti e i ricchi sono pochi”.