Nella rassegna Ritrovati e Restaurati sono stati proiettati, attraverso l’uso di due differenti lanterne a carbone, una serie di cortometraggi, alcuni originari austriaci ed altri francesi che hanno fatto da “preludio alla visione di Die kleine Veronika. Nel primo programma i film, tutti facenti parte del primo decennio del Novecento, sono stati proiettati usando un proiettore a manovella di proprietà di Nikolaus Wostry. Il proiettore a carbone, risalente anch’esso all’inizio del novecento, è progettato in modo tale da ottenere un’illuminazione perfetta senza ombre.

Come ha spiegato nella sua introduzione Wostry: “La luce passa attraverso lenti del diametro di dieci centimetri che, erano assolutamente all’avanguardia nei primi anni del 1910. Già negli anni venti la dimensione delle lenti cambia. Così attraverso lenti di questo diametro si avvicina la lampada e l’arco a carbone passa all’interno di questa lente e la luce viene proiettata con un’angolazione di 60° su 360° a disposizione. Tutto il resto della luce viene dissipato, senza produrre ombre di alcun genere, quindi sì l’intensità di luce è (ed era) bassa, ma quella riflessa è perfetta”.

Wostry ha anche ricordato che il principio fondamentale di questa tecnica è la velocità del movimento e la lunghezza della stabilità. Una tecnica che può essere considerata “esotica” poiché diversa da quelle utilizzate di solito dai fratelli Lumière e dai fratelli Pathé. Questa tecnica funzionava bene all’interno della sua unità per il cinema di attrazione. Infatti, nella proiezione in Piazzetta Pasolini sono stati mostrati una serie di film raffiguranti scenette comiche di vita amorosa, espressioni e maschere, ed alcuni filmati dai forti richiami erotici. Il tutto accompagnato al pianoforte da Gabriel Thibaudeau e dalle risate del pubblico.

Con la lanterna a carbone è stato proiettato il film austriaco Die kleine Veronika del regista riscoperto Robert Land. Un film che può essere considerato il più bello tra quelli austriaci muti. Registrato in gran parte in ambientazioni esterne e così mostra, al pubblico di oggi, alcuni angoli di Vienna distrutti dalle devastazioni della guerra.

Veronika nata e cresciuta in un piccolo paese, sui monti, sconosciuto ha l’occasione, per la sua cresima, di visitare Vienna. Il suo destino fatale è già segnato dall’ombra diabolica proiettata su di lei la sera prima della sua partenza. In città viene ospitata dalla zia che però nasconde un segreto. Ispirato dall’omonimo racconto di Felix Salten (anche noto per aver scritto il romanzo che ispirò il film disneyano Bambi) narra di un’avventura drammatica dell’era della modernità che il regista ha deciso di mostrare attraverso la creazione di una nuova morale. Il particolare accompagnamento musicale, eseguito con la chitarra da Florian Kmet, ha creato un’interazione, un dialogo, tra la pellicola e la musica.