La presenza di Khachikian, chiamato anche “Hitchcock iraniano”, e della sua perfetta conoscenza della tecnica cinematografica in un momento storico nella storia del cinema iraniano in cui mancavano persone con una certa professionalità, ha dato al cinema iraniano un nuovo stimolo grazie alla sua tecnica e all’attenzione che dava alle forme nelle sue opere.

La nascita del genere giallo nella storia del cinema iraniano si può far risalire al film del 1954, Chahar rah – e havades [L’incrocio degli eventi], costruito utilizzando la forma dei film gialli americani degli anni ’30; il film ebbe un enorme successo di pubblico. Il film giallo più importante fu però Toofan dar shahr – ma [Tempesta sulla nostra città] dove vennero utilizzati i classici elementi capaci di creare suspense nello spettatore. È proprio da questo film, con i suoi giochi di luce e d’ombra, e la peculiare selezione delle diverse angolazioni di ripresa, che le opere di Khachikian presero la loro peculiare forma. La prima parte del film, tratta l’uccisione di un uomo in una casa abbandonata, rivelando l’abilità del regista nel giocare con le regole dell’horror che occupano però una posizione secondaria nel racconto, che invece vuole dare un’impronta sociale al film.

Khachikian provò poi a realizzare due film melodrammatici senza riscuotere l’approvazione del pubblico. Il precursore principale del movimento giallo nel cinema iraniano è Faryad – e nimeh shab (Khachikian, 1961) di cui si fece anche molta pubblicità; questo film ha definito lo stile dei film gialli del regista e ha fortemente influenzato il cinema di quel periodo.

Khachikian in questo film, con l’utilizzo di uno spazio chiuso allo scopo di intensificare gli eventi e le eccitazioni dello spettatore, è riuscito a creare una situazione temporale e spaziale perfetta. Il registra ha migliorato la tecnica nel suo successivo film, Yek ghadam ta marg [One Step to Death, 1961], garantendo un proseguo del genere giallo secondo le aspettative della critica, tanto che il film più significativo di questo genere nella storia del cinema iraniano è stato Delhoreh (Suspense,1962). Altri registi contemporanei di Khachikian si diedero alla produzione di film gialli; molti di essi, influenzati dalle tecniche scenografiche di Khachikian, ne usarono gli stessi accorgimenti.

La rivista Honar va Film  [Arte e Film] (secondo anno, numero 4, 1966) ritrae Khachikian come “la figura più importante nell’industria cinematografica iraniana” e dice che il numero degli spettatori di ognuno dei suoi film, usciti nelle sale in quel periodo, arrivava almeno ad un milione. 

Con Zarbat (1964), Khachikian trova il suo ultimo successo. Il film possiede tutte le caratteristiche di un film giallo; il turbamento infinito, le scene sorprendenti ed inaspettate, il movimento della macchina da presa, tutti questi sono elementi distintivi di Khachikian che in questo film raggiungono il culmine.

Nonostante il grande successo, l’impronta del cinema giallo si estende solo fino alla metà degli anni ‘60 a causa dei cambiamenti sociali e dei nuovi programmi politici per la modernizzazione del Paese, eventi questi descritti nei precedenti capitoli. Il cinema di Khachikian, e con lui ovviamente il movimento del cinema giallo, entra in una fase discendente che coincide con l'arrivo ed il successo del periodo dei film Ganj-e Qarun (film comerciali). Il cinema giallo iraniano non interpreta alcuna concezione intellettiva, cosicché è stato indifferente alla politica e gli aspetti sociali del Paese sebbene questo cinema fosse il prodotto degli anni scuri, degli anni che successero al colpo di stato, e ne rispecchiasse così il clima di angoscia e paura.

Il cinema iraniano è sempre stato in cerca di una formula per mantenere i suoi successi temporali, e col genere giallo si è riusciti a creare uno stile indiscutibile lavorando sui suoi profili. I film iraniani mancavano di cognizione cinematografica, compensata dal cinema giallo in cui erano stati corretti gli errori presenti nelle altre opere cinematografiche di quel periodo. Sono degni di nota l’importante attività di due critici, e al contempo figure cinematografiche più famose di quel periodo, impegnate nella realizzazione di film giallo-polizieschi con una nuova visione sul genere.

si ritrova il cinema giallo anche negli anni ’70, ma i film sono più che altro il rifacimento e i clichè dei vecchi film e non incontrano l’approvazione del pubblico. Questo cinema nel corso di tempo è stato abbandonato.

Ghermez [Rosso, Fereydoon Jeyrani, 2000] è stato l’unico film del genere, realizzato dopo la rivoluzione culturale, che è riuscito a conquistarsi un posto nel cinema giallo iraniano benchè non sia mai riuscito a stimolarne la ripresa.