Il popolo tedesco aveva da poco passato il periodo buio del primo dopoguerra. Il clima generale dopo il 1925 (e il piano Dawes) si era disteso, ma con la crisi del ’29, la contraddizione della Repubblica di Weimar aveva riportato un clima tragico. Venne introdotto il sonoro e molti registi e attori emigrati ritornarono in patria. Intanto l’U.F.A. iniziò a produrre pellicole dai toni e dalle tematiche più leggere. Il nazismo avanzava minaccioso predicando nuove guerre. In questo clima vengono prodotti molti film a tema pacifista e queste commedie musicali.

Secondo l’affermazione di Siegfried Krakauer nel suo libro Da Caligari a Hitler il cinema di questi anni esplicita i demoni tedeschi molto più di quanto non lo saranno quelli americani, quelli francesi e quelli italiani. Il cinema quindi accompagna la crisi di quegli anni e, in questo caso, maschera i fantasmi fingendo un’allegria che si basa sopratutto sul rimuovere la realtà attraverso l’alcool, i capricci, l’innamoramento, e così via.

Das Lied Ist Aus di Géza von Bolváry è il film più sorprendente della rassegna. Il suo finale non solo è insolito tra quelli di questa selezione, ma la sua malinconia coglie alla sprovvista. Fino all’ultimo secondo lo spettatore è portato a credere che la storia si concluderà in un altro modo.  Quello messo in scena da Géza von Bolváry è un bellissimo inganno, estremamente coinvolgente. Tilla Morland (interpretata da Liane Haid) è una  Norma Desmond ancora giovane abituata ai riflettori del teatro dell’opera, invece che del cinema, e proprio non vuole farne a meno. Willi Forst veste i panni di Ulrich Weidenau, il segretario fedele di Tilla, odiato dagli spasimanti della diva, ma amato da lei. Il film si avvale di una coppia di attori formidabile sullo schermo, di bellissime canzoni e di una magnifica sequenza autoriflessiva: un teatrino di marionette, la cui storia narra di un principe che non può sposare la sua innamorata se anche lei non è principessa.

Prima di proiettare Das Kabinett Des Dr. Larifari di Robert Wohlmuth è stato mostrato Kabarett-Programm Nr. 1, primo di una serie di spettacoli di Cabaret pensato per trasportare lo spettacolo teatrale al cinema sfruttando l’avvento del sonoro. Il presentatore sottolinea infatti la mancanza del sostanziale rapporto tra performer e pubblico. Per questo, rompendo la quarta parete, viene chiesto agli spettatori di ridere e acclamare gli artisti come avrebbero fatto in presenza. Kabarett-Programm Nr. 1 è quindi un modo per giocare con le potenzialità del cinema sonoro e sfruttare il successo di attori e musicisti che, presi proprio dal quel contesto, erano già popolari.

Das Kabinett Des Dr. Larifari è ambientato nel 1930, il sonoro è recente e tre amici - Max (Max Hansen), Paul (Paul Morgan) e Carl (Carl Jöken) - decidono di fondare una società di produzione, la Trio-Film. Il problema è che non riescono a lavorare come soci egualitari, ognuno di loro vuole prevaricare sull’altro mettendo in piedi una sorta di commedia degli equivoci. Soprattutto è una commedia costruita come uno spettacolo di cabaret e sicuramente l’interesse verso questo film è legato a motivi storici più che estetici.

So Ein Mädel Vergisst Man Nicht (A Girl You Don’t Forget) di Fritz Kortner, ultimo film della rassegna, è stato introdotto dal cortometraggio slapstick Scherben bringen Glück di Curt Bois e in cui lui è anche protagonista. Bois è uno dei primi attori bambini, grande attore teatrale e cinematografico durante la Repubblica di Weimar . Nel 1934, come tanti di origine ebraica, fu costretto ad abbandonare la Germania.

So Ein Mädel Vergisst Man Nicht è l’ultimo lungometraggio di Kortner fino al 1955. Will Forst interpreta il protagonista di questa intricata commedia romantica, un aspirante attore che, accompagnato dal suo fedele amico, cerca la sua grande occasione. Tra uno spettacolo e l’altro, la storia è del tutto prevedibile e presenta ben poche particolarità, su tutte la presenza del sempre ottimo Forst. Questo film è infatti caratterizzato da una visione ottimistica per il futuro, ma rimane segnato dal fatto che Hitler venne nominato cancelliere del Reich pochi giorni dopo la sua presentazione in sala.