Due sorelle separate da scelte di vita diametralmente opposte, si rincontrano quando il matrimonio di Sandra naufraga. La sorella figlia dei fiori Elizabeth, detta Bif, si ritrova così ad ospitare la lady declassata. Il problema è che Sandra sente il peso sia degli anni che porta sulle spalle, sia quello di un matrimonio che l’aveva cambiata. In peggio? Probabilmente sì, o almeno è quello che suggerisce Charlie l’amico di Bif. L’amore, i desideri e la passionalità sono tre questioni che il tempo fa mutare, contorcere, e che può celare sotto strati di insicurezze accumulate nel corso della vita, ma che, in un certo senso, si possono recuperare. Come dice Bif alla sorella “la forza di gravità esiste per tutti, ma bisogna tentare di non far crollare tanto rapidamente anche lo spirito”.

Ricomincio da noi vuole suggerire che non c’è un tempo giusto per fare l’amore, non c’è un tempo giusto per il divorzio né per un unico grande amore. I limiti sono imposti dalla predisposizione delle persone nel farsi condizionare la vita dagli altri. È questa l’impronta che accomuna i tre protagonisti ed i loro amici del circolo di ballo. Loro, insieme, ballano, creano coreografie e organizzano uno spettacolo per una raccolta fondi, a favore delle persone anziane che muoiono di freddo. Un spettacolo che permette così all’intero corpo di ballo d’essere conosciuto. Il regista Richard Loncraine, noto soprattutto per Riccardo III (1995) e Wimbledon (2004),  torna a parlare dello sport e della competizione: nel tennis come nel ballo, ma anche in amore.

Tramite un video, messo in rete, che è diventato popolare l’intero corpo di ballo viene invitato a Roma per partecipare ad un concorso. Città che percorrono a piedi in lungo e in largo, mangiando e bevendo come se non ci fosse un domani: il tutto sulle note di Tintarella di luna. Infatti, è proprio quello il momento in cui tutti i personaggi, in sintonia fra loro, fanno trasparire l’idea d’essere consapevoli del poco tempo a disposizione: nell’arco narrativo di poco più di un anno ci sono ben due funerali. Riescono così ad abbandonarsi ai piaceri della vita ed alle seconde e terze possibilità. Sandra è la più restia nell’affrontare i conflitti con sé stessa e nel riconquistare la fiducia negli altri.

Il salto di fiducia è stato compiuto anche da parte di Richard Loncraine nell'affidare il ruolo principale, che risulta un po’ grottesco più che ironico, ad Imelda Stauton: attrice eccellente, ma se non fosse stato per l’ironia di Timothy Spall, sempre indimenticabile, e di Celia Imrie, il film ne avrebbe probabilmente risentito. Ricomincio da noi - oltre che avvalersi di un cast complessivamente autorevole - è qualitativamente costruito sull’accuratezza e ricercatezza di costumi e ambienti, perfettamente in sintonia con le diverse personalità in campo, ma soprattutto su una sceneggiatura che vanta di alcune battute assolutamente indimenticabili.