Fritz Wiesinger (Fritz Schulz) fa l’animatore all’interno del colossale centro commerciale May. Il suo ruolo è quello di intervenire, quando i clienti sono troppo esigenti o indecisi, fingendosi un compratore aristocratico e blasonato interessato all’acquisto delle merci. Una mattina incontra Anny (Olly Gebauer), una giovane fioraia, di cui subito si invaghisce, ma non le racconta del proprio lavoro. La loro storia d’amore potrebbe funzionare molto bene se non fosse per una serie di equivoci creatisi anche a causa del nuovo detective del centro commerciale, interpretato dall’eccezionale Felix Bressart, e di Ilona (Rosy Barsony), brava ballerina di tip-tap sposata con il signor May.

Salto in die Seligkeit di Fritz Schulz (titolo alternativo Ein Sonntag im Sommer in Wien, ovvero una delle due canzoni cardine della narrazione) inizia con una breve overture buia che precede i titoli di testa, poi procede con un ritmo frenetico tra belle sequenze musicali e spassose indagini senza senso. Il grande magazzino è uno dei principali protagonisti della narrazione perché non fa solo da sfondo alle vicende, ma è anche argomento di discussione e chiave di sviluppo per tutte le sotto-trame. Forse la migliore tra queste è quella che vede protagonista il nuovo addetto alla sorveglianza che sostiene di essere un detective. Il personaggio di Bressart riesce a risolvere i casi che animano il grande magazzino e non solo. Infatti finisce spesso per portare il suo lavoro fuori dalla struttura e dagli usi conformi, creando problematiche di non poco conto, come scambiare per ladro il proprietario del grande magazzino o tastare una corposa cliente pensando che questa nasconda merce rubata sotto i propri abiti.

Salto in die Seligkeit ostenta la cultura consumistica attraverso i dialoghi, come quando il signor May dice a Ilona che per i suoi spettacoli di cabaret le avrebbe comprato tutte le scarpe disponibili in negozio, ma anche attraverso una canzone che è un vero e proprio jingle pubblicitario. Il motivo musicale viene ideato da Fritz, che sta cercando di farsi notare dal capo, perché possa essere ricordato dai clienti e cantato alle casse del grande magazzino per ottenere uno sconto del 20% sulla merce che decidono di acquistare. Un espediente rivoluzionario che non solo duplica gli acquisti, ma porta all’interno dei locali folle di persone convinte che acquistare sia un vero e proprio affare.

Il film è pervaso da un’aria di allegra contentezza. Non c’è nulla che vada storto, i piccoli problemi vengono risolti subito e non vi è assolutamente spazio per tristezza o elementi drammatici. Salto in die Seligkeit sembra rifiutare completamente di considerare il periodo storico nel quale è stato realizzato. Eppure, come scrive Lukas Foerster, di lì a poco il nazismo avrebbe preso il potere in Austria: nel 1938 “l’attore-regista ebreo Fritz Schulz fu arrestato e deportato a Buchenwald. Grazie all’intervento della sua ex moglie, la star del muto Ágnes Esterházy, fu rilasciato e riuscì a rifugiarsi in Svizzera”.