Torna a casa, Jimi! (titolo originale Smuggling Hendrix), vincitore del Tribeca Film Festival, è il primo lungometraggio di Marios Piperides, produttore e regista cipriota, suo The Last Remaining Seats (2011), documentario sui tentativi di riapertura di un cinema abbandonato in un villaggio di Cipro. Anche in questo caso il film è ambientato a Cipro e il Jimi del titolo è un cane, così battezzato in onore di Hendrix, fedele compagno di sventura di Yiannis, musicista spiantato cresciuto in Germania, interpretato da Adam Bousdoukos, Zinos in Soul Kitchen di Fatih Akin (2009), con il quale condivide le comuni origini greche e la passione per Jimi Hendrix.

Piperides riesce a raggiungere un perfetto equilibrio in cui l’umorismo graffiante della commedia serve a mettere in scena una severa critica sociale evitando di essere pedante e didascalico, dove la fuga di Jimi attraverso la zona cuscinetto sorvegliata dalle Nazioni Unite, non è altro che un pretesto per smascherare le assurdità della vita degli abitanti di Cipro, costretti a fare i conti ancora oggi con quella linea verde che separa la Repubblica di Cipro dalla Repubblica turca di Cipro Nord, dividendo in due la capitale Nicosia.

Jimi non può tornare nella parte greca dell’isola, ora che è giunto “illegalmente” nella zona turca Yiannis vorrebbe riportarlo a casa ma, un rigido protocollo del trattato di adesione della Grecia all’Unione Europea, vieta il trasporto di animali, piante e generi alimentari provenienti dai territori occupati dai turchi, Jimi potrebbe avere contratto una malattia e questo scombussolerebbe l’ecosistema della zona greca! La polizia non si scompone di fronte all’irrazionalità di queste norme che regolano i territori liberi di Cipro e qui interviene lo sguardo sarcastico di Piperides che dipinge gli agenti con tono farsesco mostrandoceli turbati mentre apprendono l’età dell’ormai non più giovane Ralph Macchio, quello di Karate Kid.

“E un panino turco? Puoi attraversare il confine mangiando un panino turco?”, domanda che si pone Hasan (Fatih Al), complice improvvisato di Yiannis, nato nella parte turca dell’isola e figlio di coloni, “alghe” così sono chiamati dal resto della popolazione, la sporcizia del mare arrivata dalla Turchia, non possiedono carta d’identità e sperano ogni giorno di entrare a far parte dell’Unione Europea così da poter scappare abbandonando un’esistenza marginale e senza prospettive.

La ricerca di Jimi svela le criticità di un paese diviso – “No Borders Underwear” recita sarcasticamente l’insegna di un negozio di biancheria femminile – e l’imprevedibilità delle relazioni umane che, nonostante i confini imposti dalle autorità, sembra pronto a cooperare, eliminando ogni pregiudizio e timore, qualora le ingiustizie mettano in discussione i valori fondamentali dell’esistenza, nei quali non può di certo mancare un legame che si perde nella notte dei tempi, quando l’uomo incontrò il cane. Una relazione che mostra forse la vera natura umana: “You ain’t nothin’ but a hound dog”, cantava Hendrix e prima di lui Elvis, di cui troviamo alcune fotografie appese alle pareti di un’abitazione, sarà questo il messaggio cifrato del film?