La rivoluzione è stato uno dei temi centrali del programma muto del Cinema Ritrovato che si è concretizzato in particolare con due film: Banya Titka, serie ungherese in due parti, e il danese Revolutionens Datter. L’ottobre del 1917 e l’avvento dei soviet in Russia, aveva irrimediabilmente colpito l’immaginario collettivo, aumentando la paura che la rivoluzione potesse espandersi a macchia d’olio in altri stati europei. I due film, pur sviluppandosi in maniera molto diversa, sono molto simili tra loro: una donna prende la direzione di una miniera o fabbrica e viene ingiustamente additata come colpevole di angherie compiute in realtà da altri. Gli operai sono scontenti e si rivoltano attentando alla vita della ragazza. Entrambe vengono però salvate da un uomo che le aiuterà a riprendere felicemente il controllo della situazione.

Se Revolutionens Datter è una commedia leggera, che vede come personaggio maschile principale una sorta di Maciste che stende i nemici a suon di sganassoni, Banya Titka è un film decisamente più impegnato e complesso, anche dal punto di vista dell’evoluzione caratteriale dei personaggi. Protagonista è qui l’enigmatico Jura, sorta di santone che ha sempre vissuto nella miniera e che i minatori consultano regolarmente quando hanno dei problemi. Nella migliore della tradizioni si scoprirà che Jura altri non è che il figlio di un conte ucciso misteriosamente e gran parte della vicenda verterà sulla ricerca di alcune carte che testimonierebbero il suo status di nobile.

Se i due film non brillano a livello di originalità della trama, hanno però il merito di mostrare concretamente quanto gli echi rivoluzionari fossero sentiti e temuti in zone diverse del nostro continente. La soluzione data allo spettatore è ovviamente la più rassicurante possibile: l’ordine può essere ristabilito e tutto tornerà presto alla normalità. Un simile messaggio sembrava trasparire anche da un altro film in programma, Christian Wahnschaffe, che nella prima parte (1920) presentava la fine tragica di un precedente tentativo di rivoluzione in Russia e mostrando la scarsa capacità organizzativa dei movimenti sovversivi, che alla prima difficoltà si sgretolavano senza lasciare traccia. I fatti dimostreranno quanto gli auguri per una fine precoce del regime sovietico fossero vani, ma non per questo tali precoci testimonianze cinematografiche risultano meno interessanti a livello storico-culturale.