Ci troviamo in un piccolo paese della Bretagna, ai nostri giorni. Qui vi è una biblioteca dei “libri rifiutati” che custodisce i libri mai pubblicati dalle case editrici. Ed è proprio qui che Daphne (Alice Isaaz), una giovane editor fidanzata con uno scrittore esordiente, scopre un libro stravolgente, una storia d’amore bella e terribile allo stesso tempo. Come si può presumere già dal titolo: Le ultime ore di una storia d’amore. Lo scopre, e lo pubblica. L’autore del romanzo, Henri Pick, non era altro che un pizzaiolo morto qualche anno prima. Il libro diventa un best seller. Tuttavia Jean-Michel (Fabrice Luchini), critico letterario e conduttore di una trasmissione televisiva, insinua pubblicamente che non sia stato veramente Henri Pick a scrivere il romanzo. Come poteva, d’altronde, un semplice pizzaiolo senza alcuna passione per la lettura o la scrittura, aver scritto un’opera così geniale? D’altronde, “si riesce sempre a trovare qualcosa di noi nei libri”, ma non il talento. Quello lascia le tracce. Ed è così che Jean-Michel insieme a Joséphine (Camille Cottin), la figlia del defunto Henri Pick, partono tra le coste bretoni e Parigi alla ricerca del vero autore del libro.

Il mistero Henri Pick, ispirato al libro omonimo di David Foenkinos, è una commedia dal tono leggero, che ammicca ai gialli e, perché no, persino ai thriller-horror. Non a caso, per ben due volte, vediamo il protagonista seduto al bar dell’hotel, da solo con il suo bicchiere, e il barista. Tutta l’atmosfera riscaldata da una leggera luce rossa, che ricorda vagamente Shining. La carrellata lenta, dal basso, nei corridoi dell’hotel, non può che esserne una conferma. O ancora lo stesso paragonarsi di Jean-Michel a Sherlock Holmes, assieme al suo Watson nei panni di Joséphine. Il regista, Rémi Bezançon, nonché sceneggiatore assieme a Vanessa Portal, gioca anche con i rimandi letterari tra cui L’uomo nell’ombra di Polanski, o persino Moby Dick tramite il nome del figlio di Josephine: Melville.

Con una trama regolare, inquadrature classiche e citazioni, il film è un inno ai fallimenti e all’arte. D’altronde la stessa “biblioteca dei libri rifiutati” non è altro che un posto in cui accogliere i propri insuccessi. Le ultime ore di una storia d’amore parla della fine di un amore che, evidentemente, non dura in eterno. Jean-Michel si separa dalla moglie. E Joséphine è separata da tempo. Ma è proprio l’amore per la scrittura, e per la verità, a riunire queste persone e a dare a tutti una nuova vita. Persino ai defunti. L’ultima opera di Bezançon è un film piacevole, seppure a tratti allentato, con il quale riscoprire la bellezza dell’arte. Un giallo in cui si indaga la verità di ciascuno personaggio, come nei migliori romanzi di Agatha Christie.