Forte preoccupazione, nel settore del cinema di prima visione, per i cattivi risultati di questo giugno-luglio. Pur essendo ormai noto che in Italia si va poco al cinema d’estate – e in effetti film italiani e d’essai praticamente scompaiono – è vero che i blocckbuster, complice l’aria condizionata dei multiplex e la contemporaneità con l’America, di solito tengono botta. Il 2017 era considerato anno buono, per la mancanza della famigerata triade (Olimpiadi, Campionati Europei, Campionati Mondiali) che distoglie in parte o integralmente gli spettatori dalle sale negli anni pari. Eppure le cose non hanno funzionato, per una serie di concause, tra cui lo scarso interesse verso titoli assai deludenti (Wonder Woman e La Mummia su tutti), e il perdurante caldo africano, che spinge in spiaggia o nelle arene estive invece che nei cinema, per quanto ben refrigerati.
Perché ne parliamo noi di Cinefilia Ritrovata? Perché continuiamo a pensare che, al di là della discussione sui singoli titoli, il cinema sia sempre una questione di esperienza culturale e di passione condivisa. Come spiegava tempo fa anche Gianni Canova, nella sempre invidiata Francia il cinema funziona perché è “cool” andarci. Non andare al cinema è da sfigati. Ora, è ovvio che se non ci sono film da vedere, ci sono buone ragioni per evitare la sala e bersi una birra all’aperto. E forse, se decine di migliaia di persone hanno affollato un festival di soli film del passato (come il Cinema Ritrovato che la nostra testata ha seguito quotidianamente), sfidando calura e file, era perché si potevano vedere cose belle, eccitanti, sorprendenti, rare, curiose, appaganti.
Tuttavia, una cultura cinematografica nazionale che sia sana e sostenibile ha bisogno di tutto, sia dei consumi popolari (che non possono dipendere solo da Zalone una volta ogni due-tre anni), sia del cinema d’autore – e anche della storia del cinema. Tra l’altro, che bello trovare in sala, a metà luglio, i film di Max Ophüls distribuiti da Lab 80 e proiettati alternativamente in alcune sale d’essai italiane. Forse davvero operazioni come Cinema Ritrovato al Cinema, i restauri Teodora o Lab80, ci dicono che la passione e la condivisione di cui parlavamo poco sopra possono partire da piccoli movimenti come questo. Si sa, siamo inguaribili ottimisti, e certe città cinefile sono in Italia come la Francia in Europa, eppure solo insinuando la cinefilia dove non cresce più nemmeno l’erba dei supereroi, e spiegando alle nuove generazioni quanto è bello andare al cinema, il consumo in sala ripartirà.