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Quando Caetano Veloso dedicò un concerto a Giulietta e Federico

Un caloroso applauso di benvenuto subito interrotto dalle note di un violoncello: il pubblico precipita in un silenzio incantato, sembra piombare in un’atmosfera metafisica lontanissima. Il tema accennato è lo stesso de La dolce vita, stavolta cucito su misura dall’arrangiamento di Jacques Morelenbaum e dai versi in portoghese composti da Caetano stesso. È il 30 ottobre 1997 e la sua voce riempie il modesto Teatro Nuovo di Dogana nella Repubblica di San Marino. E non è un caso che la data del concerto coincida con l’anniversario di matrimonio di Giulietta Masina e Federico Fellini.

Un canto epico per la violenza e la malinconia. “Il padrino” di Francis Ford Coppola

Illuminato dai chiaroscuri crepuscolari di Gordon Willis, Il padrino è il risultato di una perfetta sinergia tra lo studio system americano e quella ricercatezza autoriale tipica degli anni ’70, ma anche di un sentimento tipicamente italoamericano. Spietato Virgilio, Coppola ci accompagna in un vero e proprio inabissamento infernale tra gli anfratti di in una microsocietà, a cavallo tra New York e la Sicilia, in cui ritmi e rituali sono ben definiti. Un affresco che si anima grazie all’epica colonna sonora di Nino Rota, talmente potente da evocare ormai l’oggetto filmico anche in sua assenza: un risultato sorprendente dal momento che la partitura rischiò di non essere mai utilizzata (il produttore Robert Evans la considerava troppo intellettuale) e nonostante l’estromissione dagli Oscar per il presunto plagio al tema musicale di Fortunella (la cui colonna sonora era dello stesso Rota).