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“Border” e la poetica dell’ibrido
Premiato allo scorso festival di Cannes nella sezione Un Certain Regard, Border rifiuta la semplicistica etichetta di film horror e ambisce a una narrazione di più ampio respiro: in esso convivono in perfetto equilibrio la love story, il thriller e il dramma esistenziale per dare vita a un racconto ibrido e dal genere indefinito. Il merito di questo grande traguardo artistico va riconosciuto anche e soprattutto ad Eva Melander ed Eero Milonoff, gli attori protagonisti che hanno dato vita a due personaggi memorabili, capaci di attrarre e spaventare il pubblico con un perfetto mix di bestialità e candore. Border brilla di luce propria nel panorama horror contemporaneo grazie allo smodato coraggio con cui sfida le convenzioni del genere e cerca un nuovo modo di portare in scena l’orrore.