Francesco Cacciatore
“Mean Streets” 50 anni dopo
“Vivendo nella Little Italy di Manhattan potevi scegliere fra diventare gangster o prete. Io scelsi la via religiosa, ma finii per diventare un regista”. Il neoadolescente Martin Scorsese, bloccato tra le mura di casa per via dell’asma, guarda dalla sua finestra il formicaio umano di Little Italy e i goodfellas che ne popolano le strade
Marvel come opera mondo – Speciale “Avengers: Endgame” I
Luoghi, eventi e parole di tutti i film precedenti vengono miscelati e riproposti sullo schermo, mettendo in luce pregi e difetti di un universo narrativo che ha pochi eguali nella storia. Come per le pagelle scolastiche di fine anno, Kevin Feige vuole dare i voti alle proprie fatiche, dalle più riuscite a quelle più deludenti, con il folle obiettivo di condensare un’intera decade di cinema in un unico film. Il risultato finale è un’opera mondo che sfonda le barriere del proprio genere, calamita l’attenzione di appassionati e neofiti e restituisce al cinema la sua funzione di rito collettivo. Basterebbe vedere la lunghissima battaglia finale tra Thanos e gli Avengers per comprendere la vera forza della macchina produttiva dei Marvel Studios: la capacità di sfruttare al massimo le potenzialità del grande schermo, di intrattenere e coinvolgere il pubblico in sala senza mai limitarsi di accontentare le aspettative ma solo superandole.