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Il cinema controverso di Franco Zeffirelli, tra melodramma e politica
Il pubblico ha amato e continua ad amare film come Romeo e Giulietta proprio perché capaci di mettere in scena, non i bassi istinti e il lato più deteriore della nostra umanità, come è delegato di fare a un altro genere popolare e bistrattato del nostro cinema, le commedie, ma una categoria di sentimenti egualmente emarginata dal cinema d’autore, insieme al suo pantone di declinazioni troppo sdolcinate e mielose per assurgere ad arte. Il peccato capitale di Zeffirelli fu dunque quello di mettere in scena con nonchalance e spudoratezza una serie di “buoni sentimenti” fine a sé stessi, che da alcuni vennero visti come esagerazione iperbolica di buonismo perbenistico, ma dal pubblico furono recepiti come possibilità di vivere al cinema senza censure quel sentimentalismo di origine adolescenziale, spesso trascurato dai film per adulti.