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Le artiste del 16mm tra poesia, fisicità e surrealismo satirico

Considerato elemento fondamentale per lo sviluppo della cinematografia indipendente, il formato ridotto ha trovato in figure come quella di Margaret Tait, Martha Colburn e Maria Lassnig, uno sviluppo parallelo e complementare ad altre pratiche e linguaggi quali quello della poesia, della musica e della pittura, dimostrando nuove possibilità e sensibilità del mezzo. Appartenenti a generazioni diverse, le tre sono accomunate dall’utilizzo della pellicola di piccolo formato come ulteriore linguaggio dedito all’esplorazione di temi ed estetiche affrontate attraverso altri mezzi. Il lavoro cinematografico di queste tre artiste non può essere considerato dimostrazione certa di un legame tra utilizzo del 16mm e donne, ma mette sicuramente in luce la capacità di un utilizzo di una qualità non tecnologica per la creazione di un livello personale e intimo con il quale indagare la realtà e la creatività.