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11 Settembre 2020, Bianca Ferrari
“Cari compagni!” senza più certezze
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Festival
Konchalovsky riesce qui nel difficile compito della riduzione di ciò che è complesso, riuscendo però nel contempo a restituirne un quadro esaustivo e potente: procedendo ritmato e veloce come un treno, Cari compagni! non lascia un attimo di respiro e come strattonando lo spettatore per un braccio lo trascina con sé nella sua ricerca disperata. E se nella rappresentazione delle masse Konchalovsky decide di rimanere a debita distanza, rinunciando alla forza attrazionale dei volti, anche il ritratto di Lyudmila ha il contorno del campo lungo, ed è sempre al centro ma non è mai davvero vicina: isolata dallo sguardo del regista allo stesso modo in cui è abbandonata dai suoi “tovarish”.