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La grazia impertinente di “Il tesoro dell’Africa”

il film conserva una sua grazia ironica e impertinente, che si prende gioco dei classici gangster, proponendo truffatori disorganizzati, litigiosi e pasticcioni affiancati da un Bogart avventuriero di mezza età e conquistatore stanco. Huston e Capote si divertono poi a parodiare altri stereotipi del mondo del cinema: la donna bella e svampita (una bionda Jones che ammicca alla Monroe), la femme fatale arrivista (una Lollobrigida in scollati abiti da sera fin dal primo mattino), l’uomo serio dall’aplomb britannico (un Underdown che si sente perduto senza la borsa dell’acqua calda ma che non si scompone davanti alla dichiarazione d’amore della moglie per un altro). E anche l’intreccio amoroso e il sospetto di adulterio sono a volte suggeriti e a volte esasperati con un risultato di assoluta comicità.