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22 Dicembre 2017, Lorenzo Ciofani
Il sole che gravita intorno a “Wonder”
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Prime Visioni
Ode alla gentilezza, Wonder è il suo protagonista. Un bambino che, per il suo volto, non può conoscere i vantaggi di fare tappezzeria, come recitava il titolo originale della precedente regia di Stephen Chobsky. Come in quel film (da noi si chiamava Noi siamo infinito), il racconto di formazione si misura con il trauma del non essere considerati, in una particolare sintesi di distacco, adesione, umorismo e sofferenza. A dispetto della struttura che scandisce la narrazione secondo quattro punti di vista (Auggie, la sorella Via, l’amichetto Jack Will, l’amica Miranda), tutto è in funzione del protagonista, un sole attorno a cui gli altri gravitano come pianeti consapevoli della sua meraviglia.