Lorenzo Ciofani
In ricordo di Lina Wertmüller. Il cinema, l’Oscar e lo statuto dell’Autore
Cerchiamo di fare ordine, oggi che Lina non c’è più. L’Academy la celebrò nel 2019 per l’incidenza culturale di quattro film realizzati tra il 1972 e il 1975, tuttora molto amati: Mimì metallurgico ferito nell’onore, Film d’amore e d’anarchia, Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto e Pasqualino Settebellezze. A Wertmüller fu riconosciuto quello statuto d’autore negatole in Italia solo quando la critica americana si innamorò del suo talento iconoclasta e dello spirito selvaggio con cui raccontava i conflitti sociali, i turbinii sentimentali, il sesso, la politica, il passato oscuro della nazione. E certo all’epoca destava stupore che a realizzare questi film fosse una donna.
“È stata la mano di Dio” e il cinema come seduta spiritica
È stata la mano di Dio è la dichiarazione di fiducia più commovente sul potere del cinema come seduta spiritica e magica illusione, luogo delle ombre che si rifanno materia. D’altronde, se non è “solo un trucco” come le giraffe, potrebbe essere tutto un gioco, dagli scherzi telefonici alle arance in aria fino al mascheramento dell’orso, con la voce di Fellini a regolare il battito di un cuore squarciato dalle parole furibonde di un altro maestro, Antonio Capuano, che sul ciglio del mare che bagna Napoli mette in guardia sulla trappola della speranza.