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“1997: Fuga da New York” o dell’essenzialità
Uno degli elementi più significativi del film è sicuramente l’assoluta simbiosi tra il film e la sua splendida colonna sonora, composta dallo stesso Carpenter (con la collaborazione di Alan Howarth), nel dare vita a quella che si potrebbe definire un’opera minimalista: poca trama, pochi dialoghi, pochissima psicologia, pochissimi strumenti musicali (principalmente sintetizzatore e tastiera), poche note (e, non per scelta artistica, pochi soldi). La musica di Carpenter è, come il film, essenziale, semplice, serrata e adrenalinica. Rumore di elicotteri, ossessive note basse ripetute, cupe note fisse su cui si innestano brevissime melodie suggestive (che rimanda a certe frasi musicali scritte da Vangelis per Blade Runner), improvvisi passaggi ritmici di batteria elettronica: tutto il sonoro contribuisce a creare un’atmosfera ansiogena e angosciante.