Da un’idea brillante (e modernissima nel prefigurare un futuro distopico nello stile Black Mirror) che esaspera la realtà degradata della New York dell’epoca (nei primi anni Ottanta la città pre-"tolleranza zero" di Giuliani assomiglia ancora a quella fotografata in Taxi Driver), con 1997: Fuga da New York Carpenter realizza un piccolo grande film, dal ritmo incalzante e dalla totale assenza di pause: 99 minuti che scorrono straordinariamente veloci. In una Manhattan trasformata in un carcere a cielo aperto, dove i criminali sono liberi ma non possono lasciare l’isola, precipita l’aereo del presidente degli Stati Uniti. La missione impossibile di salvare il presidente viene affidata al rapinatore ex militare Snake Plissken.

Uno degli elementi più significativi del film è sicuramente l’assoluta simbiosi tra il film e la sua splendida colonna sonora, composta dallo stesso Carpenter (con la collaborazione di Alan Howarth), nel dare vita a quella che si potrebbe definire un’opera minimalista: poca trama, pochi dialoghi, pochissima psicologia, pochissimi strumenti musicali (principalmente sintetizzatore e tastiera), poche note (e, non per scelta artistica, pochi soldi). La musica di Carpenter è, come il film, essenziale, semplice, serrata e adrenalinica. Rumore di elicotteri, ossessive note basse ripetute, cupe note fisse su cui si innestano brevissime melodie suggestive (che rimanda a certe frasi musicali scritte da Vangelis per Blade Runner), improvvisi passaggi ritmici di batteria elettronica: tutto il sonoro contribuisce a creare un’atmosfera ansiogena e angosciante.

In questo contesto risaltano per estremo contrasto le uniche due canzoni presenti nel film, che evidenziano il lato ironico della pellicola (già largamente presente nel personaggio di Snake, con il suo irresistibile e serafico sarcasmo): Everyone's Going to New York, scritta da Nick Castle, è un pezzo musical da Broadway (divertentissimo, nel suo effetto straniante, vedere uomini che, vestiti da donna come nel teatro shakespeariano, cantano "Shoot a cop with a gun/The Big Apple is plenty of fun" tra violenza e macerie) mentre Bandstand Boogie, di Charles Albertine, è un boogie anni Cinquanta, la cui allegria suona comicamente beffarda in un ambiente tetro e minaccioso (l’ascolta Borgnine sul suo taxi inseguito da una miriade di assalitori), ma ancora di più nel finale.

Seppure non all’altezza di un capolavoro del cinema d’azione come I guerrieri della notte di Walter Hill (uscito due anni prima e con cui ha diverse similitudini), 1997: Fuga da New York ha lasciato il segno, grazie anche a una colonna sonora a suo tempo d’avanguardia e diventata poi un classico della musica elettronica anni ottanta, con il sontuoso tema principale, con cui inizia e finisce il film, rimasto indelebilmente impresso nell’immaginario sonoro collettivo.

 

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