Cosa ci fa un artista ricercato come David Lynch su Youtube, una delle piattaforme più mainstream al mondo? La risposta a questa domanda, che in molti si sono posti a partire dallo scorso maggio, è eccentrica quanto il quesito stesso ed il suo protagonista: bollettini meteorologici. Dall’undici maggio scorso l’artista americano ha infatti cominciato a proporre brevi video (intorno ai 35 secondi) a cadenza giornaliera in cui guarda fuori dalla finestra e descrive le condizioni meteorologiche di Los Angeles. A parte qualche variazione sullo stesso tema, il canale gestito da Lynch stesso ospita anche due brevi video in cui parla di bricolage e un cortometraggio del 2015 da lui diretto.

Il canale, David Lynch Theater, vanta a oggi (6 giugno per chi scrive) poco più di novantacinquemila iscritti e un numero di visualizzazioni variabili che negli ultimi giorni si è stabilizzato intorno ai venticinquemila a video, salvo qualche eccezione. In molti, si diceva, si sono interrogati sul senso dell’operazione lynchiana ed è partita una sorta di caccia all’indizio tra commentatori che cercano di trovare uno schema in un fenomeno tanto banalmente inusuale. C’è chi si è interrogato sul significato degli oggetti presenti in scena, o altri ancora che hanno fatto notare come non sia la prima volta che Lynch si dedica a bollettini meteorologici. A colpire, poi, sono in particolare i pochi esempi di variazione sul tema, cioè il bollettino del tre giugno in cui alle spalle del regista si trova un cartello titolante Black Lives Matter, o quello di oggi in cui, per l’anniversario del D-day, Lynch racconta brevemente un suo sogno ambientato il giorno dello sbarco in Normandia.

Ogni tentativo si è comunque rivelato vano e l’intenzione dell’artista rimane inevitabilmente ambigua, di contro è possibilissimo valutarne l’esito, sfruttando proprio la piattaforma che ospita il contenuto, Youtube, e a cui essa deve la sua stessa ragione d’esistere. Analizzando i commenti ai vari video appare chiaro un tratto peculiare del tipo di celebrità di cui Lynch gode, che non mi pare di ritrovare in nessun altro cineasta contemporaneo oltre ad Alejandro Jodorowski. Gli ammiratori di Lynch, specie i più accaniti, intrattengono con l’artista una relazione molto diversa rispetto a quella di cui può godere Scorsese o Eastwood, sembrano guardare a lui più come a una visionaria guida spirituale che a un divo o ad un artista. Come molti sottolineano nei commenti, Lynch è giudicato interessante a prescindere dal contenuto che presenta, la sua stessa presenza fisica rende autoriale una qualunque situazione compresa, paradossalmente, la sua stessa assenza.

Mi riferisco al giornaliero del due giugno in cui, presumibilmente in adesione all’iniziativa BlackoutTuesday, la sedia dell’artista rimane vuota per tutti i convenzionali trenta secondi, creando un effetto straniante che definirei niente d’autore e che vale allo youtuber quasi il triplo delle visualizzazioni giornaliere medie. Penso che il segreto dell’immagine romantica di Lynch quale artista sensibilmente visionario e illuminato derivi in primo luogo dall’inestricabile ambiguità della sua produzione cinematografica e secondariamente dalla sua insistenza sul lato “mistico” della quotidianità. È infatti cosa ormai risaputa che Lynch pratica quotidianamente meditazione trascendentale (egli stesso non manca mai l’occasione per parlarne), tecnica che a suo dire gli conferirebbe una maggiore sensibilità, intesa come comprensione partecipata ai fenomeni della quotidianità.

Similarmente alla dottrina psicomagica di Jodorowski, questo tipo di meditazione iscrive Lynch non nel novero degli uomini comuni con una grande abilità da cineasta, quanto in quello degli uomini straordinari a prescindere, che esprimono il proprio genio in ogni azione. L’attività artistica di questi è ormai collaterale alla loro immagine e dunque poco importa se Lynch dirige il nuovo Strade perdute o sbuccia patate, la sua presenza (o assenza) è comunque autoriale e chissà che, dopo aver creato il precedente, non si generi un’ondata di youtuber capaci di fare propria questa peculiarità del culto lynchiano.