Central do Brasil è uno dei film più recenti mostrati all’interno del Cinema Ritrovato. Uscito nel 1998, è stato realizzato in un periodo storico molto delicato per il paese sudamericano. Dopo venticinque anni di dittatura militare, instaurata nel 1964, e un primo tentativo decisamente problematico di ritorno alla democrazia tra il 1989 ed il 1994, i brasiliani si trovavano per la prima volta dopo decenni a poter vivere in un contesto civile e non oppresso. La necessità che pervase i cineasti contemporanei fu quella di tornare ad occuparsi liberamente di tematiche che fino a poco prima potevano essere soggette a censura da parte dello stato. Tra essi troviamo un allora poco più che trentenne Walter Salles, che attorno alla metà degli anni Novanta lavorava a un documentario su alcuni scambi epistolari risalenti agli anni precedenti. Proprio da queste corrispondenze, Salles estrapolò il materiale divenuto in seguito la base del suo film successivo.

Central do Brasil  è un tentativo di gettare uno sguardo originale sulla vita della società brasiliana nel periodo post-dittatoriale. Troppo spesso promossa come meta turistica rinomata per la propria festosità ed il proprio benessere, la Rio de Janeiro filmata da Salles si presenta ai nostri occhi come un luogo disagiato, afflitto da criminalità, analfabetismo e sprazzi di violenza improvvisi ed agghiaccianti. È all’interno di questo contesto che il regista introduce i due protagonisti della pellicola.

Dora è una donna di mezza età che ogni giorno allestisce un piccolo banchetto presso la stazione centrale di Rio. Qui, in cambio di qualche spicciolo, sfrutta l’ingenuità di alcuni passanti promettendo di scrivere e spedire delle lettere su loro commissione; lettere che mai saranno imbucate. Josuè è un bambino rimasto orfano della madre e che in Dora trova una sorta di tutrice con la quale costruirà un rapporto dapprima conflittuale ed in seguito tenero e affettuoso. Central do Brasil mostra il viaggio intrapreso da Dora e Josuè alla ricerca del padre del bambino, un viaggio che porterà i due ad allontanarsi dalla grande metropoli e ad attraversare l’arida regione del Sertão.

Attorno allo scheletro che regge la struttura del film e basato sul rapporto tra i protagonisti, il regista costruisce il suo vero intento, quello di mostrare la vita di persone comuni ed appartenenti a zone diverse della nazione. Lo stile a tratti marcatamente documentaristico è un segno forte di questo intento, ad evidenziare l’estremo bisogno da parte dell’autore di ricreare la realtà attraverso la macchina da presa. Central do Brasil non è solamente un viaggio fisico attraverso differenti aree geografiche, ma principalmente un viaggio emotivo, attraverso realtà distanti eppure così simili tra loro sotto l’aspetto sociale, legate dal filo conduttore della difficoltà nel sapersi costruire uno spazio sicuro e stabile all’interno di un mondo che ha visto crollare ogni certezza.