L’insostenibile pesantezza della macchina burocratica ben nota a molti di noi era cosa conosciuta già un secolo fa, quando lo statalismo russo, cresciuto a dismisura, raggiunse lo zenith di inefficienza (generando una corruzione dilagante) e dette alla luce “le nonne”, cioè le raccomandazioni.

Questo è il tema del piacevolissimo film Chemi Bebia (1929), prodotto dalla Goskiprom, una satira feroce della burocrazia comunista degli anni 20 che le autorità russe prontamente censurarono. Il film venne nuovamente distribuito solo nel 1976, quando la Gruziafil, la casa di produzione georgiana, aggiunse una nuova colonna sonora e in questa versione rinnovata rivide la luce e fu proiettato per la prima volta al New York Film Festival nel 1977.

Prima che l'incredibile esperienza dell'avanguardia sovietica fosse etichettata come formalismo e strangolata a morte per aprire la strada al realismo socialista funzionale al regime, le prove cinematografiche che seguirono la rivoluzione di Ottobre furono caratterizzate da un diffuso clima di entusiastica sperimentazione da parte di diversi artisti che cercavano un nuovo approccio in sintonia con i mutati scenari sociali.

Alcuni registi provenienti dal teatro formarono la fabbrica dell’attore eccentrico (FEKS), sperimentando il circo, il cabaret e la volontà provocatoria dei cubo-futuristi; insieme ai maestri dell’avanguardia Ejzenstain, Kulesov, Pudovkin e Vertov, solo per citarne alcuni, svilupparono la scuola del montaggio, saggiando cifre stilistiche originali e una nuova libertà di espressione.

In Georgia, in tale euforico contesto creativo il regista Kostantine Mikaberidze, che era anche un attore e un cartoonist realizzò Chemi Bebia, probabilmente il il film più riuscito dei vari che girò in questo periodo. Con uno stile stilizzato  Chemi Bebia ritrae una organizzazione kafkiana, dove la maggior parte dei burocrati sono dei fannulloni o fanno cose perfettamente inutili.

Il protagonista (deliziosamente interpretato da A. Takaishvili) è completamente incompetente e viene licenziato mentre sua moglie è dedita al charleston e al consumismo sfrenato. Il burocrate licenziato scopre che ci vuole una raccomandazione per trovare un nuovo lavoro, e cosi’ cerca in tutti i modi di procurarsene una, invano.

In un mix di commedia slapstick e surrealismo grottesco, Mikaberidze utilizza molte delle cifre stilistiche di ripresa e delle tecniche di montaggio messe a punto dall’avanguardia russa per sorprendere e disorientare il pubblico, dando forma a un film fortemente politico. Pur condannando l’inefficienza e elevando il proletariato operaio allo status di dio annientatore il film fu tacciato di eccessivo formalismo e di proporre un modello negativo del regime.

Anche per chi fosse privo di interesse per l’evidente coinvolgimento politico del film, Chemi Bebia resta un godibile catalogo delle tecniche d’avanguardia della golden age del cinema sovietico, impreziosito nella visione attuale da una nuova partitura del trio finlandese Cleaning Woman.