Le proiezioni organizzate da Home Movies (Archivio Nazionale del Film di Famiglia), in occasione della decima edizione di Archivio Aperto, hanno avuto inizio la scorsa settimana e proseguiranno fino al 2 dicembre, la rassegna ancora una volta spazia dal cinema sperimentale ai filmati di famiglia, mettendo in luce l’attività di ricerca e restauro di un archivio unico nel suo genere.
L’interessante incontro con Rossella Catanese è stato vivacizzato dalla presenza fisica, vera e propria performance, di un Cinebox italiano del 1960 e di uno Scopitone americano del 1962, entrambi provenienti dalla Clinica del Coin-Op di Roberto Marai, laboratorio che si occupa del restauro di questi dispositivi che hanno favorito la diffusione dei videoclip. Rivedere queste macchine in funzione è servito a comprendere una tecnologia sorpassata, permettendoci di rievocare l’impatto che la diffusione della musica popolare ha avuto nell’immaginario collettivo della società, divenendo specchio dei cambiamenti in atto.
Partendo dagli studi di Michele Bovi (giornalista e autore televisivo) abbiamo ripercorso le tappe dell’arrivo del sonoro nel cinema partendo dal Kinetofono di Thomas Alva Edison, brevettato nel 1888, per molti aspetti l’antenato del Cinebox e dello Scopitone, questo mantiene la struttura del Kinetoscopio al quale si aggiunge l’accompagnamento sonoro del fonografo grazie all’ascolto in cuffia.
Con il Photokinema di Orlando Kellum (1921) abbiamo il primo sistema di sincronizzazione sonora, utilizzato da David W. Griffith in Amore d’altri tempi (1921), presto soppiantato dal Vitaphone che abbina lo scorrimento del proiettore al percorso della puntina sul disco, prodotto di questa nuova tecnologia è Il cantante di jazz di Alan Crosland (1927), la prima pellicola in cui finalmente dialoghi e musica si fondono insieme.
Nel 1929 Dudley Murphy, che aveva diretto insieme a Fernand Legèr Ballet mécanique (1924), gira due cortometraggi musicali, St. Louis Blues interpretato da Bessie Smith e Black and tan con Duke Ellington e la sua orchestra, concepiti per una proiezione che preceda la visione del film in sala. La sperimentazione cinematografica dialoga con la ricerca musicale, in modo particolare è la musica jazz ad assumere il ruolo di collante tra la cultura popolare e le ricerche artistiche delle avanguardie.
Vero e proprio precursore del Cinebox e dello Scopitone è il Panoram, prodotto nel 1939 dalla Mills Novelty Company di Chicago, dispositivo dotato di schermo e di un'unica bobina che contiene otto canzoni in ordine predefinito, la scelta del brano, caratteristica imprescindibile del Jukebox, è di là da venire. Il Cinebox, nome che deriva dal Jukebox,è un dispositivo che proietta filmati cine-musicali in 16 mm su pellicola a colori, della durata di circa tre minuti. Contiene 40 bobine (lo Scopitone solo 36) i cui titoli, proprio come in un Jukebox, possono essere selezionati sul pannello di controllo premendo un bottone, ma, a differenza di questo, la possibilità di vedere i filmati in uno schermo e imitarne i passi di danza favorisce notevolmente la fortuna delle canzoni.
Progettato da Pietro Granelli e brevettato dall’ingegner Raffaello Nistri per l’azienda bresciana OMI (Ottico Meccanica Italiana), il Cinebox viene distribuito dalla Società Internazionale di Fonovisione. La presentazione alla stampa avviene l’11 aprile 1959 al cospetto di celebrità come Vittorio De Sica e Nilla Pizzi, volti del mondo dello spettacolo, entrambi scelti perché riassumono perfettamente le doti canore e la presenza scenica dell’attore, qualità di cui il Cinebox diviene interprete e divulgatore. La foto in testa è stata tratta dal sito di Michele Bovi, che ringraziamo.
La prima pellicola prodotta è Altagracia di Don Marino Barreto Junior, primo videoclip realizzato in Italia con il Technicolor, girato da Domenico Paolella. Il brano è dedicato alla figlia di Barreto, che compare assieme al padre, mano nella mano, in un tripudio di marionette raffiguranti i personaggi del Corriere dei piccoli, un po’ melenso ma di sicuro impatto sulle famiglie che ne decretano il successo.
I filmati sono realizzati da registi come Vito Molinari, Aldo Aldi ed Enzo Trapani; prima di essere messi in circolazione devono essere approvati da una Commissione di Censura che ne rallenta la distribuzione, esempio emblematico è 'O mafiuso di Renato Carosone che esce nel '58 e viene autorizzato solo nel '61. Lo Scopitone esce in Francia nel 1960, un anno dopo il Cinebox, secondo Michele Bovi non si può parlare di plagio perché entrambi i dispositivi si ispirano a macchinari utilizzati dall’intelligence militare durante la seconda guerra mondiale per finalità di spionaggio.
Prodotto dall’azienda Cameca su progetto di Frédéric Mathieu, la realizzazione delle pellicole viene affidata alla cineasta Andrée Davis-Boyer (soprannominata successivamente “Mamie Scopitone”) che coinvolge alcuni registi francesi tra cui Claude Lelouch. Lelouch gira Tous les garçons et les filles di Françoise Hardy (1962) nel quale, al contrario del rivale made in Italy regolamentato da una rigida censura, le gonne sollevate dal vento sulla ruota panoramica non creano turbamento, sarà proprio questa maggiore libertà a favorirne la diffusione in America.
I filmati americani sono spesso grosse produzioni dalle scenografie elaborate, tra i registi ai quali vengono commissionati compare anche Robert Altman. Francis Ford Coppola e Debbie Reynolds ne acquistano i diritti per commercializzarlo, sua la prima pellicola con la canzone If I Had a Hammer.
Lo Scopitone sarà protagonista di un’indagine federale sul crimine organizzato, uno scandalo che farà luce sugli accordi presi dalle aziende con Vito Genovese, braccio destro di Lucky Luciano, per il lancio del prodotto in America. A metà degli anni '60 il Cinebox segue il destino e il fallimento dello Scopitone, nonostante il nostro paese non sia coinvolto in questa vicenda la formula Italia uguale mafia non lo aiuta.
Durante l’incontro, oltre ad assistere alla proiezione dei grandi successi dell’età dell’oro del Cinebox e dello Scopitone (le gemelle Kessler in Quando, quando, quando, Nino Ferrer in Le Téléphon, La canzone del Cinebox de I Divini, Guarda come dondolo di Edoardo Vianello, Oh Mama, voglio un uovo alla coque di Clem Sacco, April Stevens e Nino Tempo con Land of 1000 dances etc…) è stato mostrato il risultato del recupero, realizzato da Home Movies, di una pellicola Technicolor (Speedy Gonzales interpretato da Andy Cavell) ristampata su poliestere alla quale è stata applicata una nuova pista audio magnetica.
Forse in futuro vedremo le pellicole amatoriali e familiari dell’archivio di Home Movies proiettate dal Cinebox o dallo Scopitone, un’idea originale di reimpiego di una tecnologia obsoleta.