Dopo il successo della critica e del grande pubblico nel 1917 (e non solo) il film Lucciola di Augusto Genina - che lo ha confermato come grande regista e autore negli anni in cui il cinema italiano si stava inabissando – torna a rivivere sul grande schermo grazie al restauro effettuato nel 2005 con didascalie originali della copia francese e l’accompagnamento al pianoforte di Antonio Coppola.

“Ci sono legioni di film basati sulla storia d’una figlia della strada che si ritrova catapultata nel mondo dell’alta società. Lucciola è tra i migliori.” (Mariann Lewinsky). Genina trasforma la banalità in poesia d’immagine, trasforma quella “cosetta” in un personaggio femminile estremamente complesso e delicato proprio come l’insetto da cui prende il nome.

L’eccezionale incipit di questo film richiama il genere documentaristico, all’epoca in voga, mostrando, nelle prime inquadrature, il sole che tramonta sul porto di Genova ed i suoi raggi che si infrangono nel mare come le onde sulla scogliera. Poco dopo appare una figura buffa, Lucciola, vestita di stracci che vaga senza meta per il porto. Lucciola è una creatura ingenua e facilmente manipolabile. Nella sua breve e sfortunata vita conosce solo uomini che si approfittano di lei e che la trattano come se fosse un loro giochino.

Vagando tra le navi nel porto incontra Cencio, un brutto ceffo, che la conduce nel quartiere povero in cui vive. Infatti Genina riprende fuori dagli studi, della casa di produzione Ambrosio, sia i viottoli sia il porto di Genova. Per caso Lucciola finisce sotto la custodia dell’aristocratico pittore Franco Salviati che, trattandola come se fosse un animaletto domestico, la usa per rallegrare le sue serate ed i suoi ospiti. Per un breve periodo il pittore la illude facendole credere d’essere diventata la sua musa ispiratrice e la ritrae in un quadro che espone poi ad una mostra.

A casa del pittore conosce tre ometti paffuti che tentano goffamente di corteggiarla, ma lei ha occhi solo per Salviati. Infatti Lucciola, inizialmente devota a Cencio, prova un grande amore per Salviati che però non solo non la ricambia, ma si prende gioco di lei con la sua vera musa, la principessa Eliana di Cavasco. La principessa, interpretata da Elena Makowska, prende in giro Lucciola e la critica ed insulta, vedendola nella sua ottica classista solo come un’insulsa creatura da guardare dall’alto con disprezzo.

Lucciola è interpretata da Fernanda Negri Pouget e rappresenta l’apice della carriera dell’attrice. La Pouget non diverrà mai una Diva nonostante la lunga e produttiva carriera.