Enigma rappresenta l'esordio al lungometraggio di Ignacio Juricic, autore cileno già distintosi per il cortometraggio Locas Perdidas, col quale riscosse molto successo al festival di Cannes nel 2015.  La vicenda si ispira a un fatto di cronaca, il brutale omicidio a sfondo omofobo di Monica Briones, pittrice e scultrice cilena, il 9 luglio del 1984. Mentre rincasava assieme a un’amica, fu colpita alla testa da un uomo che la lasciò morente a terra. Ci troviamo nel Cile di Pinochet, inizialmente il caso fu archiviato come incidente e per molto tempo non si trovarono colpevoli, fino a che, diversi anni dopo, non se ne occupò uno show televisivo chiamato appunto Enigma. Dal 2015 in Cile il 9 luglio si celebra el Dìa de la Visibilidad Lesbica.

Chiaramente si tratta di un’ispirazione e non di una ricostruzione pedissequa della vicenda e l’autore sottolinea come questa storia è stata presa e modellata sul proprio bagaglio esperienziale e sulla propria vita e non su quella della famiglia Briones. La Monica di Juricic si chiama Sandra e il film comincia otto anni dopo l’omicidio, nel momento in cui la madre Nancy (Roxana Campos) viene invitata a uno show televisivo che si occupa di misteri irrisolti e si interroga, assieme alla famiglia, sulle ripercussioni che questo comporterebbe, privatamente e pubblicamente.

Enigma è composto da quadri fissi, statici che restituiscono allo spettatore la lunga e atroce sofferenza di una famiglia che per otto anni è stata costretta a vedere impunito l’omicidio della figlia e ad abbassare la testa, accettando la situazione come se fosse normale, forse perché considerato un crimine di seconda categoria. Spesso la macchina da presa di Juricic osserva pudicamente i personaggi da lontano nella loro quotidianità, altre volte si avvicina molto sovraffollando i quadri di volti femminili e altre ancora spacca letteralmente in due l’inquadratura allontanando i personaggi nelle loro divergenze, il tutto senza l’utilizzo della musica e dando spazio minimo all’uomo, che è sempre ripreso lateralmente, di schiena o non perfettamente a fuoco, portando avanti una evidente critica alla società patriarcale.

Il percorso di Nancy verso la decisione di partecipare allo show è lenta e graduale  e si scontra con il mondo che la circonda, dal marito Jaime alla religione, passando per la sorella e la paura che le figlie e l’intera famiglia possano essere ulteriormente discriminate dopo una gogna mediatica di questo tipo. Ma alla fine la necessità e il bisogno di metter in luce la vicenda avranno la meglio su tutto e permetteranno al film di compiere una ulteriore riflessione sulla maniera di normalizzare la narrazione del crimine in televisione in una sequenza finale un poco surreale, ma molto efficace.

Enigma è un film apparentemente e stilisticamente freddo, ma sono proprio questa freddezza e questo rigore formale a renderlo così forte e profondo.