Prosegue al Lumière il Future Film festival 2017. Con opere da tutto il mondo. Che cosa accomuna Ungheria e Giappone? Károly Ujj Mészáros risponde all’interrogativo con una commedia nera dal tocco allucinato, vincitrice del Grand Prize al Fantasporto Film Festival del 2015.
Liza, infermiera della vedova di un console giapponese, è alla disperata ricerca dell’uomo della sua vita. Tra la ragazza e i suoi improbabili spasimanti si frappone però uno spirito maligno con le sembianze del cantante beat giapponese Tomy Tani, che uccide chiunque le si avvicini. Man mano che tutti i suoi flirt falliscono tragicamente, Liza si convince di essere un demone volpe, creatura del folklore giapponese che provoca la morte dei suoi amanti.
Tratto liberamente dalla pièce teatrale Liselotte és a Május, Liza, The Fox Fairy collega Ungheria e Giappone mediante il comun denominatore dell’imperialismo culturale americano: nella città di Csudapest (portmanteau tra csuda, “miracolo” in ungherese, e Budapest), tutto sembra rifarsi a modelli importati da oltreoceano. Man mano che Liza si strugge alla ricerca della sua dolce metà, assistiamo ad una panoplia di tropes della pop culture americana trapiantati sul suolo ungherese: magazine di glamour, televendite condotte da annunciatori con uno sfacciato disco look e l’onnipresente Mekk Burger, fast food in cui la protagonista sfiora più volte il coronamento del suo sogno d’amore.
Allo stesso modo, la maggior parte degli elementi giapponesi della pellicola, eccezion fatta per la leggenda della kitsune, si rifanno apertamente a modelli stranieri: Tomy Tani è un Elvis nipponico, e romanzo rosa preferito dalla protagonista ambienta la sua scena madre in un americanissimo diner. Sotto gli effetti speciali, le innumerevoli gags e gli amori di Liza, Meszaros tesse una sottile critica dell’imperialismo culturale, capace di livellare sotto gli stessi codici società lontane come quelle di Ungheria e Giappone. L’unico modo di forgiare legami duraturi in un mondo in cui ogni luogo sembra aver perduto la sua propria specificità è tornare alle proprie radici, e così Liza corona il suo sogno d’amore con Zoltan, appassionato di musica popolare finlandese immune al fantasma americano che permea ogni angolo di Csudapest.
Pellicola leggera che conquista lo spettatore grazie ad un sapiente mix di gags, effetti speciali e siparietti cantati, Liza, The Fox Fairy è una favola atipica ma gradevole, capace di regalare 90 minuti di intrattenimento senza troppe pretese.