Una coppia di ladri professionisti torna insieme. Doc (Steve McQueen), dopo quattro anni, grazie alla moglie Carol e all’uomo d’affari Beynon esce di prigione. La prima cosa che Doc fa è ripagare il suo debito a Benyon aiutandolo a rapinare una piccola banca. Gli vengono affiancati due uomini, ma uno, poco esperto, uccide una guardia mettendo così nei guai sia Doc che l’altro complice, lo spietato e indiavolato Rudy.
Sam Peckinpah in Getaway! non perde tempo e sintetizza nella frenesia delle prime immagini - che stilisticamente enfatizza attraverso l’uso del freeze-frame - la vita che Doc, negatagli la buona condotta, è costretto a condurre all’interno del carcere. Fatta di giorni sempre uguali, che fra loro si confondono, di lavori sfinenti e di ricordi e fantasie che riaffiorano ossessivamente. Peckinpah, quando Doc è finalmente fuori dal carcere, mostra come il suo protagonista sia frantumato: da un lato i ricordi della sua vita, precedente all’arresto, lo perseguitano e lui dà le spalle all’occhio che lo osserva, ma dall’altro lato è possibile vedere nel suo volto, riflesso nello specchio, la sua voglia di ricominciare e voltare pagina. Quando le schiene di Doc e Carol sono allineate ed i loro volti riflessi si guardano, il patto che essi stabiliscono, con la macchina da presa, è quello di non tornare più indietro.
Così Peckinpah nel suo delirio febbrile di cadaveri, che fa lasciare principalmente da Rudy, torna dopo una pausa dalla sua conosciuta violenza, senza però eguagliare quella che caratterizza Il mucchio selvaggio e Cane di paglia. Getaway! a tratti ripropone quella sfrenata visione di un mondo che porta solo verso la morte e la violenza, ma Peckinpah cerca anche di stemperare quella sua foga, attraverso l’affetto e lo humor, che ricordano un suo film precedente: La ballata di Cable Hogue.
Sam Peckinpah vuole evidentemente omaggiare Sergio Leone. Ciò sembra poter essere dimostrabile attraverso la riproposizione di quei volti e quelle mani unte e sporche. Ma anche, e soprattutto, la resa visiva, calda e quasi afosa, che hanno i ricordi di Doc sembra provenire dalla resa della memoria dell’antieroe fantasma di Leone: Armonica. Come Armonica anche Doc e Carol sembrano due fantasmi, che hanno però origine dalla storia americana: Bonnie e Clyde. Una coppia che è spesso ricordata, ma a cui Peckinpah decide di dare un lieto fine. O così può sembrare quando li vediamo allontanarsi - e diventare sempre più piccoli - all’interno di quel furgoncino che procede senza meta sulla strada asfaltata. Un addio che ricorda quello che Leone dà al suo impavido Armonica. Anche alla base della musica di Gateway! c’è un’armonica che, anche se non suona come quella del film di Leone, fa da colonna sonora alle vicende della coppia, così come i rumori frastornanti.