"Ho dato l'autorizzazione a macellare un bambino" risponde Fiona Maye (Emma Thompson) al marito (Stanley Tucci) che le chiede com'è andata la giornata. Lo sappiamo, abbiamo visto: nel caso di due gemellini siamesi in pericolo di vita la Corte ha scavalcato la volontà dei genitori e i loro valori religiosi per ordinare la separazione chirurgica; recidendo l'aorta di uno dei fratelli significherà la sua morte, ma darà all'altro ottime prospettive di recupero e di una vita normale. Nel pronunciare il verdetto lei stessa solleva l'interrogativo - come non considerarlo omicidio? Ma solo per chiarire che siamo in tribunale, non ad un convegno di bioetica; per scindere con la stessa gelida precisione della lama che eseguirà la sentenza fra l'ambito morale e quello (questo) di applicazione di una legge.
"La" legge è il Children Act 1989 a cui si riferiscono sia il titolo originale del romanzo La ballata di Adam Henry (2014) che quello della sceneggiatura dell'autore Ian McEwan (Espiazione). Al primo posto il benessere dei bambini del Regno Unito, preferibilmente all'interno del contesto familiare ma, in caso di mancata collaborazione, con ogni possibile mezzo legale di obbligazione. Da giudice dell'Alta Corte britannica Fiona tratta casi limite come quello dei gemelli, indecidibili in termini strettamente morali e di massima risonanza pubblica. Internet, stampa, televisione: nell'anno dell'estenuante battaglia legale e mediatica sul destino del piccolo Alfie Evans, quando si grida allo scandalo perchè il capo della Chiesa di Roma condanna l'aborto, questa donna d'acciaio e senza figli che si dice mera esecutrice di un codice è guardata come si guarda a un genitore. O a Dio. Il momento migliore del film è una carrellata vertiginosa dalla strada alle panche del tribunale per arrivare in tempo ad ascoltare la Lady, o più semplicemente "Justice" Fiona Maye.
Lo studio sul personaggio è tutto per Il verdetto - The Children Act. Asciutta e severa fin nel taglio di capelli, svettante come un monumento, la Thompson monopolizza ogni singolo frame. Il veterano del teatro inglese Richard Eyre la mostra incorniciata da finestre, stretta nella folla brulicante di Londra, attraverso porticati e gallerie. Spinge sul rituale di vestizione e sulla gerarchia, allinea i magistrati coi caratteristici abiti tradizionali in lunghe e lentissime processioni. Quest'agente della Legge è un monaco. Alla sardonica risposta di Fiona il marito non si scompone ("ridicolo..") ma poi le chiede con un ossequio ironico in cui non stonerebbe un Vostro Onore di poter avere un'amante - tanto lei si dà anima e corpo a un lavoro che è più che altro una missione.
Caso limite dei casi limite. Adam Henry (Fionn Whitehead) sta morendo di leucemia; la medicina può salvarlo ma lui è nato in una famiglia di Testimoni di Geova, le cui concezioni in materia non permettono di procedere a trasfusioni di sangue. È "limite" perchè il confine fra la vita da proteggere e la moralità che la minaccia stavolta è labilissimo: due mesi. Non un bambino inerme da una parte e dall'altra persone con proprie idee - eventualmente aggirabili perché irrilevanti dove "si applica una legge". Fra due mesi Adam acquisterebbe con la maggiore età il diritto di decidere per sé. È a tutti gli effetti un giovane uomo, uno brillante a quanto si dice, che non parla per la sua famiglia ma ragiona con la sua testa. Ha deciso lui di morire? E se sì, va fatto quel che dice?
Dubbi già visibili a fior d'acqua, quasi che Fiona stesse aspettandolo da un po' un caso come quello di Adam. Una Legge-madre che rinvia l'indipendenza del cittadino al compimento dei diciott'anni con l'acquisizione di un certo grado di maturità, se scegliesse di ignorare quest'ultima dove le si presenta inequivocabile, getterebbe una luce del tutto diversa e paradossale anche sui suoi rapporti con i genitori "adulti" di tutti quei bambini, abdicando al ruolo di educatrice di uomini liberi per rivelarsi datità arbitraria - identica a tutti gli altri dèi anche laici che incontriamo nel film coi rispettivi sacrifici di Isacco - o all'estremo opposto, pensiero non meno vertiginoso, si confesserebbe moralmente orientata nella linea del libero pensiero di chi la applica. "Ho dato l'autorizzazione a macellare un bambino" risponde Fiona Maye al marito che le chiede com'è andata la giornata. Quale delle due, Fiona?
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23 Ottobre 2018, Lorenzo Meloni
“Il verdetto” tra legge e arbitrio
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