Océanerosemarie è un’osteopata e un’abile collezionista di storie d’amore fallite. Figlia di una hippie, non rassegnata, conduce la sua vita alla ricerca del vero amore, infilandosi spesso in situazioni promiscue. Kiss Me è una classicissima romantic comedy, con un velo di ironia alla francese che ha però bisogno di un primo tempo di assestamento per mostrarsi. Océanerosemarie - a cui dà volto e sorriso contagioso Océan Michel - è un personaggio con cui facilmente si può empatizzare e a cui sicuramente ci si affeziona. Innamorata dell’idea dell’amore, più che delle sue compagne, trova il cammino tanto desiderato durante il fulmineo incontro con Cécile. Dopo qualche disavventura di persecuzione, nei confronti della fotografa, può finalmente darsi pace e iniziare una relazione amorosa alla maniera di chi la circonda: dalle coppie di amici ai famigliari.

Kiss Me, assorbendo lo stile trasparente alla Bridget Jones, è in grado di dare vita ad una commedia che ha per protagoniste una coppia formata da due donne, senza porre problemi riguardo l’accettazione dell’omosessualità da parte della società. Come se si svolgesse in una Parigi in cui i problemi economici e politici venissero risolti dalla forza dei legami, di amore e amicizia, tra i vari personaggi primari e secondari. Aurélien, il grande amico di Océanrosemarie, riesce a sposarsi col compagno François e i bambini, della scuola in cui insegna, svelano che l’accettazione dell’omosessualità è una cosa ormai concreta.

I registi Océane Michel e Cyprien Vial propongono così un mondo utopistico, come è caratteristico di buona parte delle commedie romantiche. Dove ogni singolo individuo può dirsi felice e in cui gli attriti tra i personaggi vengono di volta in volta risolti, ma tutto questo volemose bene fa inciampare il film in diverse occasioni.

Il problema maggiore in Kiss Me sono le fobie, specialmente la paura di volare di Cécile, che il personaggio clownesco dell’osteopata tenta di esorcizzare. La persone portano le loro paure fuori dal centro di Parigi, esponendole all’interno di gruppi di sostegno. Così il polmone emotivo della fabula è lontano delle strade cittadine e si concretizza, quasi esclusivamente, in luoghi in cui il rapporto con la natura prevale: il giardino della casa materna, i parchi e la campagna parigina.

L’idea della collaborazione tra le persone è falsamente esposta alla luce del sole, così come lo è anche la libertà di agire data ai personaggi ed il loro modo di affrontare la realtà che li circonda. Infatti Kiss Me risulta poco esaustivo proprio nel momento in cui la protagonista si trova ad affrontare una dolorosa separazione, ma non a livello di facile prevedibilità quanto, piuttosto, a quello di credibilità. Il tessuto narrativo ha difficoltà nel conquistare densità e nel mantenere l’attenzione del suo pubblico all’arrivo di quello che dovrebbe essere il momento drammatico. Un nodo del racconto che risulta essere un freddo passaggio obbligatorio, di sospensione narrativa, richiesto solo da un modello a cui il film si attiene rigidamente.