Due occhi grandi e spioventi color nocciola, naso pronunciato e labbra sottili, sono questi gli unici tratti riconoscibili del mutevole volto di Peter Sellers. Inavvicinabile e imprescindibile per chiunque si approcci all’arte della comicità e allo studio del comico. Un uomo assolutamente enigmatico che, per le sue grandi doti mimiche e interpretative, ha sempre mostrato più versioni diverse di se stesso. Ogni personaggio di Peter Sellers è impresso nella memoria dei suoi spettatori, dal più cartoonesco e comico, al più perdente e drammatico. Nessuno di questi è però riuscito a fossilizzare in un unico ruolo le poliedriche abilità dell’attore inglese. E come dimostrano le numerose interviste, il film Tu chiamami Peter di Stephen Hopkins e i documentari, tra cui The Unknown Peter Sellers di David Leaf e John Scheinfeld e The Ghost of Peter Sellers di Peter Medak, ognuna delle sue diverse personalità ha portato allo smembramento dell’uomo.
La sua inclinazione al mascheramento, sia visivo che verbale, e allo sdoppiamento ha origini radicate nella tradizione comica ebraica. Sellers ha iniziato la sua carriera all’interno del The Goon Show lo spettacolo radiofonico surreale e irridente che nel 1951 sconvolse l’ordine della BBC. All’interno dello show, molto seguito e amato dai giovani britannici come Michael Palin, Terry Jones e John Lennon, interpretava una moltitudine di personaggi reali e fittizi, fornendo così un’impronta indelebile di se stesso e del suo stile. Istrionico, nevrotico e perfezionista, Peter Sellers ha lavorato con registi come Stanley Kubrick e Blake Edwards, o per meglio dire loro hanno scelto di lavorare con lui.
È infatti l’unico attore a cui Kubrick abbia lasciato la possibilità di improvvisare direttamente sul set. Sellers è libero di travestirsi di continuo, camuffando soprattutto la propria voce, nel ruolo di Clare Quilty in Lolita. In Il dottor Stranamore è riuscito addirittura a interpretare tre diversi personaggi al medesimo tempo: il colonnello goffo Lionel Mandrake, il presidente eccentrico Merkin Muffley e il folle ex nazista dottor Stranamore. Stratificandoli con personalità diverse e proponendo differenti caratteristiche per ognuno di loro, dalle molteplici espressioni facciali ai movimenti del corpo, fino agli eterogenei accenti linguistici. Da non dimenticare sono soprattutto i diversi tic, geniali e straordinariamente senza tempo, come quelli del dottor Stranamore: il braccio che scatta in aria per il saluto nazista e la mano ribelle che brama vendetta nei confronti del suo stesso proprietario.
Peter Sellers è poi in La pantera rosa, la saga cinematografica diretta dall’amico Blake Edwards, l’ispettore Jacques Clouseau della Sûreté. Un’anti-eroe, o uno schlemiel (maschera comica ebraica), a suo modo vittorioso nel conflitto con la società. Infatti l’ispettore Clouseau nel perpetuo tentativo di sottostare a regole che non gli appartengono annulla se stesso, fino a quando riesce a ribaltare quelle convenzioni. Il lungo sodalizio con Edwards lo porta poi ad interpretare in Hollywood Party l’indiano Hrundi V. Bakshi, aspirante attore, che mette in moto, all’interno della casa di un noto produttore cinematografico, un dispositivo comico che porta in un primo momento alla totale distruzione delle dinamiche sociali e successivamente ad un totale ribaltamento nei ruoli dei personaggi.
Questi sono solo alcuni dei personaggi inimitabili di Peter Sellers, morto precocemente di infarto nel 1980 a causa degli eccessi, a cui non è mai riuscito a rinunciare, portati dalla sua inquietudine d’animo e dalla malinconia che ha pervaso anche i suoi personaggi più comici: “anche questo rientra nella commedia umana” come dice l’ispettore Clouseau in Uno sparo nel buio.