Firenze, Palazzo Sacrati Strozzi, Sala Pegaso, ottobre 2017 – La nona edizione di France Odeon ha dedicato una particolare attenzione al ruolo pedagogico del cinema, con il convegno RAGAZZI BEN EDUCATI (ALLE IMMAGINI). Alla luce dell’entrata in vigore della legge di riforma n. 107/2015, la Buona Scuola, che incoraggia “la pratica teatrale, cinematografica, artistica e performativa nelle scuole” e dello sviluppo dei progetti di Educazione all’immagine in Italia reso possibile anche grazie alle risorse previste dalla nuova Legge Cinema, approvata lo scorso novembre, illustrata dalla sua relatrice, ospite del convegno la Vicepresidente del Senato Rosa Maria Di Giorgi che prevede un investimento per un ammontare di 12 milioni di euro da destinarsi a progetti didattici e formativi per il settore del cinema e dell’audiovisivo.

La natura divulgativa dell'incontro ha permesso di conoscere le diverse azioni educative messe in atto dai più illustri organismi del cinema francese e italiano. Restano singolari, soprattutto per l'avvicinamento al cuore della questione, i progetti che coinvolgono la Cineteca di Bologna, Clair Obscur e Radio France.

Pare infatti, che ci sia anche spazio per una nuova critica cinematografica: è stato splendido vederla tornare viva e agile con il progetto #CRITweet di Clair Obscur, associazione bretone di promozione del cinema a scuola. Fabrice Bessemon, suo direttore, ha trovato il modo per restituirle un ruolo fondamentale, educando i ragazzi a fare critica tramite l'utilizzo costruttivo di Twitter, con cui dovevano concentrare esercizi di critica cinematografica in 140 caratteri, un progetto mirato all'educazione allo sguardo, all'interpretazione dell'immagine in movimento e soprattutto, alla formazione di un pensiero critico.

La Cineteca di Bologna invece, offre un nuovo modo di pensare alla tragica pratica dei selfie, con il progetto interno alla programmazione di Schermi e Lavagne, con il workshop fotografico L'AUTORITRATTO NELL'EPOCA DEI SELFIE, in cui si prova ad educare all'autoritratto fotografico inteso come narrazione intima di identità ed educazione ad una sana lettura delle immagini. Anche qui, l'obiettivo diventa il pensiero critico che si sviluppa nel rapporto con immagine, interpretazione, emozioni e messa in scena. E di emozioni e messa in scena ci ha parlato Olivier Zegna Rata, Direttore delle relazioni Istituzionali di Radio France, ente pubblico nazionale francese di diffusione radiofonica da cui dipendono canali tematici dedicati a informazione, musica e cultura come France Inter, France Info, France Culture , FIP e France Musique.

Entusiasmante è stata la scoperta del format Du cinéma pour vos oréilles / Cinema per le vostre orecchie, ciclo di programmazione di cinema sonoro creato da la Maison de la Radio da qualche anno e proposto per scoprire l'universo del suono e la sua applicazione all'educazione all'immagine cinematografica “immaginata”.  Un dialogo piacevole con Olivier Zegna Rata ci ha illustrato le propedeuticità del suono al cinema e l'importanza dell'ascolto per l'interpretazione delle immagini.

I: Educazione all'immagine: a partire dal vostro impegno di promozione del cinema, come – Du Cinéma pour vos oreilles - come può la Radio educare ed orientare all'immagine?

O.Z.R.: C'è una differenza altamente sensibile tra l'evidenza visuale e l'evidenza uditiva: l'evidenza uditiva passa par un atto intellettuale dello spirito, obbliga ad una rappresentazione mentale e ad un esercizio del pensiero critico. L'emozione è frenata, perché l'orecchio è impegnato a seguire una riflessione che si rinforza con l'esercizio di immaginazione. Lo spettatore, generalmente sa che l'immagine è sempre filtrata da significati intenzionalmente veicolati, ci crede, senza però aderirne a livello di prova evidente. Paradossalmente, l'uditore radiofonico è portato ad avere più fiducia nell'informazione uditiva, piuttosto che quella trasmessa da un'immagine. Per quanto riguarda l'educazione all'immagine è la stessa cosa, c'è un lavoro di decodifica da fare, ma si tratta di un lavoro che se non guidato, specialmente per i giovani, porta ad un'interpretazione folle e negativa. Un'immagine si fa portatrice inevitabile di contro-verità e di “letture” diverse.  Nel contesto attuale sempre più invaso da immagini e filtrato da esse, la questione di concerto tra radio e cinema è quella di educare lo sguardo dell'uditore/spettatore a formare un pensiero critico che vada oltre le proiezioni, prima dell'emozione o semplicemente prima, di essere inevitabilmente influenzato  dall'immagine, in una sorta di ri-orientamento ad essa.

I: Nel binomio radio-cinema, può davvero la radio diventare la sinestesia dell'immagine in movimento?

O.Z.R.: Assolutamente si. La questione principale oggi è che ci ritroviamo chiamati a lavorare su un linguaggio di comunicazione misto: c'è stato un grande lavoro da parte di Radio France sull'impatto del sonoro nell'esperienza cinematografica, specialmente con il format Du Cinéma pour vos oreilles, dove con la proiezione di film nell'oscurità il messaggio educativo riguardava il sonoro come esperienza pittorica dell'immagine in movimento. Questo, ha altresì permesso a Radio France di educare alla presa di coscienza che il suono è immagine, soprattutto su grande schermo.

I: Si può quindi dire che la radio e il sonoro siano strumenti di valorizzazione fondamentali per il cinema?

O.Z.R.: Assolutamente. Finché la radio si fa prescrittrice di immagini e di sviluppo del pensiero e che la sua potenzialità - ricerverla direttamente nell'orecchio - è predisposta ad accogliere ed ascoltare il cinema, sarà possibile lavorare in sinergia e in supporto all'industria cinematografica, sapendo che Radio France è fortemente impegnata nel sostegno al cinema. Solo lo scorso anno, in questa stessa sede, ne parlava il Presidenze di Radio France Mathieu Gallel: noi, ci siamo principalmente concentrati sull'impatto che la valorizzazione di attività prettamente cinematografiche possa esercitare sull'abitudine di frequentare il cinema per il pubblico uditore.