"Una volta, secondo Sir George H. Darwin, la Luna era molto vicina alla Terra. Furono le maree che a poco a poco la spinsero lontano: le maree che lei Luna provoca nelle acque terrestri e in cui la Terra perde lentamente energia."

Le cosmicomiche, Italo Calvino

 

Astolfo andò sulla luna per recuperare il senno di Orlando, guidato da un ippogrifo; Calvino volle che il vecchio Qfwfq si servisse di una barchetta per ritrovare su quel suolo la moglie del Capitano e la Principessa Splendente vi fece ritorno su una nuvola. Letteratura fantastica, da un lato e una delle vette più alte del cinema d'animazione, dall'altro. L' incommensurabile distanza tra Terra e Luna si dissolve in un battito d'ali, attraverso una scaletta, su di una nuvola spugnosa e l'addio di Isao Takahata non poteva che essere altrettanto leggero, umoristico e dolce. La storia della principessa splendente è un racconto densissimo di implicazioni morali e simboliche - allusive, specialmente, della mitologia giapponese - in cui è come se ci fosse sempre qualcos'altro da ricercare oltre quei volti bianchi e le composizioni cromatiche così minuziose e attente; quell'oltre che si rivelerà poi essere il motivo dell'insoddisfazione della piccola Kogauya, dono elargito dai cieli a cui dovrà pur sempre fare ritorno.

La terza giornata del Future Film Festival si conclude così, con la proiezione dell'ultimo film di Takahata (cui il festival dedica una retrospettiva) in prima serata, condizionandone inevitabilmente l'esito. La storia è semplice: un anziano tagliatore di bambù trova all’interno di una delle sue piante una minuscola principessa, Kaguya, “la principessa luminosa”. Cresciuta dal tagliatore di bambù e dalla moglie, la principessa si trasforma subito in una neonata, per poi crescere rapidamente fino a diventare una bellissima giovane donna. Trasferitasi dalla campagna alla grande capitale, la ragazza viene corteggiata da cinque nobili, disposti a qualsiasi impresa pur di ottenere la sua mano. Ma lei non concepisce l'idea di sposarsi, di "diventare proprietà di qualcuno".

Diventando sempre più grande, il conflitto di mondi sarà inevitabile: c'è chi la vuole conforme a un ideale di donna, di fanciulla gioviale e accondiscendente e chi vuole rinchiuderla in una delle tante gabbie terrestri. Ed è proprio per questo che sentirà la sua inadeguatezza a quel mondo e il naturale bisogno di ricongiungersi all'indistinzione lunare, spazio e tempo ideali in cui si perde identità e memoria. Isao Takahata firma la sua cosmicomica. Strabiliante il momento in cui la Principessa Splendente fa ritorno sulla Luna e viene evidenziato il progressivo venir meno del colore del volto acquisito sulla Terra; il bianco come colore dell'assenza e della nostalgia che attraversa tutta la pellicola. Kaguya è per natura una nebulosa, ma l'unico amore lo nutre per quei due amabili esseri umani che l'hanno cresciuta e verso cui rivolgerà un ultimo, straziante sguardo prima di confondersi nell'indeterminatezza lunare, di perdere quell' "io" che la Terra le aveva restituito.