L’amante di Lady Chatterley è un romanzo impossibile da trasporre. Non solo D.H. Lawrence ne ha scritto tre versioni sostanzialmente differenti, di cui la terza è certamente quella adattata più di frequente, ma ciascuna di esse presenta personaggi talmente sfaccettati e psicologicamente complessi da renderli incomprimibili in un paio d’ore di audiovisivo. Anche il recente adattamento di Laure de Clermont-Tonnerre è tratto dalla terza versione, la meno ambigua e politicamente impegnata, e riesce quasi a valorizzarla.

Tema portante della storia è il potere del desiderio, prevalentemente quello sessuale, e su questo versante il film dà il meglio di sé. Rispetto ad esempio alla pacchianeria da softcore in seconda serata dell’omonimo film di Just Jaeckin (1981), in questo L’amante di Lady Chatterley la relazione illecita fra la protagonista e il guardacaccia viene valorizzata da una rappresentazione della gaia nobiltà del sesso, probabilmente la più vicina finora alle intenzioni di Lawrence.

Emma Corrin è credibilissima nei panni di Lady Chatterley, sia come fisicità che come interpretazione, tanto nel grigiore della vita matrimoniale quanto nella vivacità del rapporto con l’amante. Anche il personaggio del marito, Clifford, è piuttosto fedele e ben delineato nella sua infantile egoreferenzialità, anche se una mancata attenzione alla sua sofferenza lo fa scivolare nel ridicolo. Non funziona invece Oliver, il guardacaccia. Tolta la prima scena di sesso, in cui trasmette il trasporto emotivo di chi sta compilando la dichiarazione dei redditi, l’interpretazione di Jack O’Connell è buona, peccato che al suo personaggio venga tolto ogni elemento di spigolosità caratteriale, tanto da farlo sembrare più aristocratico degli aristocratici.

Il problema di questo film è che anche i suoi meriti risultano nel complesso appiattiti e annacquati da una durata leggermente eccessiva, la monotonia di una fotografia fredda che non si adatta alla scena e una regia generalmente priva di estro, che dà segni di vita giusto nella bella sequenza del bagno sotto la pioggia. Lo stucchevole romanticismo di un finale frettoloso contribuisce infine a rendere L’amante di Lady Chatterley un’opera dimenticabile, l’ennesimo tentativo quasi riuscito di adattare un romanzo forse troppo grande per lo schermo.