Esistono storie di felice contaminazione reciproca. Lil' Buck, classe 1988, cresce in un quartiere povero di Memphis, Tennessee, andandosene in giro con gli amici e ballando per strada una variante del Gangsta Walking chiamata Jookin', sul modello dell'idolo Michael Jackson. Il suo talento è però fuori dal comune, con una leggerezza e una liquidità nei movimenti che lo rendono un miracolo allo sguardo. Anche la sua determinazione non è da meno, e gli fa portare la sua identità inscalfita da ragazzo di strada dentro una scuola locale di balletto classico, dapprima, e a Los Angeles, poi, dove un video improvvisato nientemeno che da Spike Jonze gli dà un'istantanea fama da milioni di visualizzazioni sui social media. Di lì sarà una strada tutta in discesa, con collaborazioni tanto illustri quanto eclettiche, da Madonna e Benjamin Millepied.
Parrebbe la quintessenza del sogno americano, una storia così, eppure il documentario Lil' Buck: Real Swan di Louis Wallecan non racconta questo, non solo perlomeno. C'è sì il racconto di anni di duro allenamento per far fruttare il proprio dono, e dello slancio disarmante di un ragazzino che chiede alla madre di non sgridarlo per la sua ossessione per la danza perché un giorno sarà quella a comprarle una casa nuova, ma è la prospettiva ad essere diversa: Lil' Buck non è colui che ha nobilitato il jookin' contaminandolo con il balletto, è colui che ha arricchito il mondo della danza nel suo complesso, mostrando a entrambi gli stili vie nuove che non sapevano essere nelle loro corde.
Similmente, non c'è retorica su un'ascesa sociale che consenta di lasciarsi alle spalle un passato da dimenticare, ma la gioiosa realizzazione di un ballerino all'apice del successo che continua a far parte del suo quartiere e della sua gente, e ha scelto di insegnare a ragazzi più giovani che lo guardano con l'adorazione di un modello di vita. Non si tratta dell'apologia dell'individuo che si stacca dalla massa, ma il racconto caloroso di un'intera comunità di cui Lil' Buck è solo il fiore più fulgido, in cui danzare per strada è un modo per non andare fuori strada, e trovare un posto su un palcoscenico che non sia quello delle gerarchie di potere delle gang.
Nei molteplici numeri di danza che costellano Lil' Buck: Real Swan, lo sguardo di Wallecan coglie tutto l'incanto di esibirsi, anche a tarda sera, da soli, sotto un cavalcavia deserto mentre si aspetta l'arrivo di un amico, oppure sul cofano di un'auto coi fanali accesi e gli sportelli aperti per diffondere la musica. E c'è poesia nella vita dei sobborghi, basta solo spostare lo sguardo, ad esempio osservando dall'alto le regolarità infinite dei segni disegnati a terra in un immenso parcheggio. Senza fretta, senza rapidi stacchi di montaggio a suggerire il ritmo della danza, senza movimenti di macchina addirittura, emergono solo i volti, i corpi, il movimento, la bellezza.